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Un altro pezzo di storia è stato scritto ieri sera. Da decenni non si viveva una fase di esplorazione spaziale così stimolante e ricco di progressi come questo ultimo periodo.
 
Ieri sera la compagnia privata Space X ha aggiunto un altro tassello verso l’esplorazione umana di Marte … e non solo.
 
Ma di cosa si tratta?
Starship è il nome di un veicolo spaziale riutilizzabile progettato e realizzato dalla compagnia Space X. Attualmente è in fase di sperimentazione con la filosofia del “fail fast, succeed faster” (fallire velocemente, avere successo velocemente), una sorta di sbagliando s’impara che sta portando la compagnia ad avere un grandissimo successo.
 
A cosa servirà?
Questo mezzo (e varie configurazioni da esso derivanti) servirà per portare merci e persone nello spazio. La sua versatilità la porterà ad essere un’utile strumento per il turismo spaziale, per viaggi Terra-Luna, per la colonizzazione di Marte, per viaggi spaziali, …

Tutte visioni fantascientifiche fino a pochi anni fa, ma che a suon di fallimenti e successi si stanno concretizzando nell’arco di pochi anni.

 
Ma alla fine è esploso.
Si, se non fosse esploso sarebbe stata la cigliegina sulla torta, ma l’atterraggio era l’ultima di una serie di manovre e test che sono stati eseguiti con successo.
Si trattava del primo volo in assoluto, il razzo doveva salire alla quota di 12 Km per poi eseguire una manovra controllata di assetto orizzontale mantenuto da ali e motori alimentati ad Azoto.
In fine è stato eseguito quello che in termine si chiama “Belly flop”, ovvero un colpo di coda che in soli 5 secondi ha riportato in posizione verticale il razzo (prima volta in assoluto che si assiste ad una manovra del genere eseguita con successo).
Quest’ultimo colpo brusco, però, ha portato ad una perdita di pressione nel serbatoio d’ossigeno presente in testa al razzo che così non ha permesso l’accensione perfetta dei tre motori Raptor. Solamente uno si è riacceso, mentre il secondo ha funzionato solo per pochi istanti e ciò non ha fornito spinta sufficiente ad un atterraggio soft.
 
Un vero e proprio successo, quindi, nonostante il finale con il botto. Sono stati raccolti moltissimi dati, dagli errori verranno tratti gli spunti per migliorare la volta successiva. Chi conosce la storia dell’esplorazione spaziale sà che è costellata di fallimenti, ma sono stati fallimenti necessari per il progresso successivo. La stessa Space X ne ha collezionati tantissimi, ma grazie a quelli è arrivata dove si trova ora.
 

Marte ora è più vicino, ma anche la Luna ora è più vicina dal momento che la NASA ha selezionato una versione modificata della Starship come uno dei tre sistemi di atterraggio per il Programma Artemis che riporterà a breve l’uomo sulla Luna (e speriamo anche un astronauta italiano, magari tra Samantha Cristoforetti o Luca Parmitano).

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Dott. Matteo Benevelli