Ha tremato forte la terra sotto la Pianura reggiana con due sismi ben distinguibili alle ore 19:55 e 21:00.
Soprattutto il secondo evento che ha raggiunto Magnitudo 4.3 è stato avvertito fino in Veneto in direzione Padova.
La zona interessata dalle due forti scosse (M 4.0 e M 4.3) è quella famosa tra Correggio e San Tomaso della Fossa, nota ai geologi e non solo per la presenza di una faglia piuttosto attiva. Faglia che di tanto in tanto si manifesta con scosse di discreta energia, ma che difficilmente diventano distruttivi. Per conformazione non si hanno notizie di eventi paragonabili alla ben più distruttiva faglia delle “pieghe ferraresi” che abbiamo purtroppo provato sulla nostra pelle nel 2012. Tuttavia le strutture necessitano sempre del giusto monitoraggio dopo eventi del genere.
La profondità dei due eventi è stata di circa 6/7 Km e li riconduce alla faglia appena citata.
Molta la paura nella cittadinanza che si è riversata sulle strade, ma non si hanno notizie di danni alle strutture, si registra solo la caduta di qualche soprammobile dalle mensole di alcune abitazioni.
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Aggiornamento del 10 Febbraio 2022
E’ trascorsa tutto sommato bene la notte dopo le due forti scosse che hanno spaventato gran parte dei reggiani (e non solo) che vivono tra Pianura e Pedecollinare.
Dalla forte scossa delle 21 di ieri sera si sono verificati altri 6 piccoli sismi strumentali di assestamento che non sono andati oltre la Magnitudo 2.7 e 2.6 registrate proprio in prossimità della forte scarica.
L’ultimo assestamento è un piccolo 2.0 e risale alle 04:48 di questa notte ad una profondità di 4 Km. La faglia è sempre la medesima, quella seppellita tra Correggio e San Tomaso della Fossa, formazione geologica conosciuta da tempo e che è stata capace in passato di sismi anche più intensi, ma ci auguriamo che non sia questo il caso dal momento che molta energia è stata scaricata con i due eventi della prima serata di ieri.
Il monitoraggio continua, altri piccoli assestamenti saranno probabili nelle prossime ore e nei prossimi giorni, ma ci auguriamo che si tratti di eventi puramente strumentali e non avvertibili dalla popolazione.
Non risultano danni dall’evento. L’onda sismica si è propagata soprattutto verso nord-est, molte sono state le segnalazioni da parte della popolazione del basso Veneto tra Verona, Padova e Rovigo, ma ovviamente anche dalle vicine Parma, Modena e Bologna.
L’intensità della scossa è stata ben percettibile poiché abbastanza superficiale.
Sotto la nostra Pianura abbiamo chilometri di terreno alluvionale trasportato dai fiumi, ma sotto di essi abbiamo l’Appennino che si spinge verso nord-est alla stessa velocità con la quale ci crescono le unghie delle mani. Questo movimento di compressione esercita molta forza e pressione sulle rocce presenti in profondità. Quando questa energia è superiore a quella tollerabile, le rocce scorrono una a fianco all’altra lungo delle spaccature che si chiamano “faglie”. L’energia viene quindi liberata in pochi secondi e si propaga come un’onda che scuote terreno circostante.
Abbiamo semplificato un concetto che merita un approfondimento più ampio, ma per capire quanto accaduto non è necessario scendere così in profondità.
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Dott. Matteo Benevelli