L’Uragano Ian spaventa la NASA e non solo

L’Uragano Ian spaventa la NASA e non solo

🌎 Uragano Ian 🌀
 
Messo in archivio il terribile Uragano Fiona che ha seminato distruzione e purtroppo qualche vittima tra Caraibi e Canada che già la zona vede un nuovo gigante ciclonico protagonista.



Questa volta la zona dei Caraibi ha a che fare con il potente Uragano Ian che in questi minuti sta investendo in pieno l’isola di Cuba e che successivamente si dirigerà verso nord puntando la Florida.
 
Attualmente la sua forza è pari a categoria 3 con raffiche di 205 Km/h che stanno soffiando nella zona di L’Avana. La potenza, però, non è destinata a calare nonostante abbia toccato terra ferma, ma è destinata a crescere ulteriormente e dalle 20:00 dovrebbe salire a categoria 4 con venti di 220 Km/h.
 
La costa occidentale della Florida verrà raggiunta domani mattina, ma probabilmente il suolo verrà toccato solo il giorno seguente (giovedì 29) nei pressi di Tampa. La violenza del vento ha indotto la NASA a far rientrare al chiuso il razzo SLS che secondo i piani doveva partire con destinazione Luna nei prossimi giorni. A questo punto salta la finestra di lancio del 2 di Ottobre a data da destinarsi.
Pertanto sono in corso le operazioni di abbandono della rampa di lancio in direzione del VAB (Vehicle Assembly Building), l’edificio ad un piano singolo più grade del Mondo e fabbricato nel quale venivano assemblati i famosissimi Saturno V e Space Shuttle.

Photo Credit: (NASA/Aubrey Gemignani)


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Dott. Matteo Benevelli
L’Uragano Eta devasta il Centro America

L’Uragano Eta devasta il Centro America

🌀🌎 Dal Mondo 🌎🌀
 
Prosegue la conta dei danni e purtroppo anche delle vittime nel mar dei Caraibi dopo il passaggio dell’Uragano Eta che ha investito in Nicaragua ed il Guatemala.
 
Vittime per il vento forte, vittime per le mareggiate, ma anche per le violente piogge e le frane che queste hanno innescato in un territorio che teme tantissimo il dissesto idrogeologico.
 
Quando Eta ha toccato la terra ferma ha velocemente perso forza e gradualmente ha virato su se stesso. Ora si trova al largo delle coste del Belize e del Guatemala, ma con il suo ritorno in acqua tornerà ad acquistare forza. Probabilmente nei prossimi giorni arriverà fino alla Florida dov’è atteso con venti di 95 Km/h, non sufficienti per farlo riclassificare Uragano (necessita di una velocità di almeno 120 Km/h), ma sufficienti per costituire una minaccia.
 
La frequenza degli Uragani (complice il Global Warming), quest’anno è stata molto alta, basti pensare che convenzionalmente i nomi vengono dati in ordine alfabetico (Quest’anno i nomi prestabiliti erano: Ana, Bill, Claudette, Danny, Elsa, Fred, Grace, Henri, Ida, Julian, Kate, Larry, Mindy, Nicholas, Odette, Peter, Rose, Sam, Teresa, Victor, Wanda), ma quest’anno si è andati oltre e siamo già ad Alfabeto greco avanzato… Alfa, Beta, Gamma, Delta, Epsilon, Zeta, Eta, ….
 
Il riscaldamento globale, le pandemie sanitarie sono i due campanelli d’allarme che gli scienziati suonano a vuoto da decenni. Il secondo lo possiamo affrontare rimanendo chiusi in casa per un determinato lasso di tempo, ma il primo è in grado di fare irruzione in casa se non interveniamo per mitigarlo. Ma si tratta di una discussione infinitamente lunga e non ci sentiamo di aggiungere ansia al periodo già difficile.

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Dott. Matteo Benevelli

Ad Uragano non si comanda

Ad Uragano non si comanda

Oggi è il fatidico Martedì 29 che in molti nell’ambiente stavano aspettando perchè è il giorno che segnerà una svolta nel porre fine all’ottobrata di quest’anno, ovvero il lungo periodo di caldo anomalo che ha condizionato la seconda parte del mese di Ottobre con temperature esageratamente alte per il periodo. Temperature che hanno fatto si che molte piante e molti animali siano ancora convinti di essere a tarda estate, non di rado si assite a seconde fioriture delle Piante, a formazioni di uccelli migratori che alle porte di Novembre ancora solcano i nostri cieli.

Il cambio di stagione è in atto, ma con meno irruenza di quanto si pensava solo pochi giorni fa. Una delle cause di tale irruzione “soft” dell’aria gelida è da ricercare molto ad ovest, al largo delle coste occidentali dell’Europa atlantica. Nei giorni scorsi ha preso corpo una tempesta che ha assunto per qualche giorno la forma di Uragano di categoria 1 il cui nome è “Pablo”, ora è stato declassato a tempesta tropicale, ma i suoi venti possono ancora superare i 100 Km/h e la sua influenza unita ad una seconda, e più occidentale, bassa pressione fanno si che il getto di aria gelida in arrivo dal mare del Nord non riesca ad affondare verso il Mediterraneo.


Correnti d’aria mite ed umida, infatti, soffiano dall’Atlantico ed entrano nel Mediterraneo non solo dallo stretto di Gibilterra, ma anche da nord dei Pirenei e dal Golfo di Biscaglia. Queste infiltrazioni fanno da barriera al freddo che altrimenti avrebbe aggirato le Alpi tra la Provenza e Marsiglia entrando poi nell’alto Tirreno. Stesso discorso per la porta della Bora che non si è aperta e non si aprirà fino a notte quando un po’ di vento soffierà sulla Pianura con raffiche di 20 Km/h circa.


I modelli previsionali di qualche giorno fa, quindi, non hanno fatto i conti con l’intensità delle correnti generate da queste due potenti depressioni atlantiche che invece si sono dimostrate ostiche… la meteorologia è una scienza fallibile ed è uno degli aspetti che la rende tanto affascinante e “rischiosa” per chi azzarda previsioni a lungo termine.

Poca pioggia, quindi, e calo termico non esagerato ma che comunque ci riporterà leggermente al di sotto della media stagionale e sul binario giusto per avere qualche giornata di stampo autunnale. Non ci spingiamo oltre con lo sguardo poichè i modelli attuali prevedono un ritorno di correnti d’aria calda (come si nota dal grafico a “spaghetti”), ma meglio attendere i prossimi aggiornamenti a riguardo.
Nella seconda metà di questa settimana le temperature minime scenderanno attorno ai 5°/6°C in Pianura ed in Città, i valori massimi attorno agli 11°/12°C.

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Il tifone Hagibis minaccia il Giappone

Il tifone Hagibis minaccia il Giappone

Siamo nel pieno della stagione degli uragani e dei tifoni. L’ultimo in ordine di apparizione è il tifone Hagibis che dopo aver raggiunto la spaventosa categoria 5, la più pericolosa con venti di oltre 251 Km/h, prosegue il suo cammino verso l’isola giapponese di Honshu, quella centrale che ospita la capitale Tokyo.

In questa immagine il tifone è sceso a categoria 4 il giorno 10 ottobre 2019

Il tifone è previsto che impatti con la costa giapponese nei pressi della capitale il giorno 12 con venti spaventosi che potrebbero soffiare tra i 178 ed i 208 Km/h, ovvero la potente categoria 3.
Per precauzione sono già state sospese, o comunque a rischio, alcune manifestazioni sportive in atto nel Sol Levante, come il Mondiale di Rugby ed il Gran Premio di F1.

Manifestazioni sportive a parte, il tifone spaventa molto i giapponesi perchè questa volta potrebbe essere coinvolta la capitale e la potenza del vento è compatibile con forti mareggiate che investiranno la costa orientale con il forte rischio di danni ai porti ed ai villaggi costieri Tokyo compresa. La popolazione Giapponese è da sempre preparata ad eventi del genere, pochi mesi fa è stata interessata da un altro potente tifone di nome Faxai che ha causato molti danni.

Sicuramente si prevedono piogge importanti su tutta la parte centrale del Giappone che potrebbero causare improvvisi allagamenti ed alluvioni vista la grandezza della super-cella ciclonica, gli abitanti della capitale sono già stati avvisati della sospensione dei mezzi di trasporto pubblici, soprattutto le metropolitane.

Nell’immagine della NASA qui sopra è ripreso il tifone quando era ancora di categoria 5 il giorno 09 ottobre 2019.

Uragano-Reggiano

Uragano-Reggiano

Non avremmo mai pensato di riuscire un giorno a scorgere un vero Uragano dal nostro territorio, ma in questo periodo di cambiamenti climatici non c’è mai fine all’orizzonte di eventi meteorologici che mai ci aspetteremmo di poter osservare.

Il cielo sulla nostra provincia è assolutamente sereno e libero da nuvole, ma c’era qualcosa di “normale” all’orizzonte. Qualcosa di normale in una giornata normale, ma quella timida nuvolaglia presente in cielo volgendo lo sguardo verso ovest e verso il Piemonte altro non erra che nuvolaglia di corredo del grande Uragano Lorenzo che nelle prossime ore impatterà contro le coste occidentali dell’Irlanda.

Nuvole del tutto tranquille, che mai potranno impensierirci, ma che comunque fanno parte di quel corredo di nuvole che si generano dall’immenso mulinello di un Uragano, un gigante che seppure declassato a categoria 1 (dalla terribile categoria 5 di qualche giorno fa), riesce ad estendere il suo dominio e la sua influenza fino all’Italia.
Non stiamo assolutamente dicendo che l’Uragano ci farà visita (cosa letta su più di un sito di disinformazione meteorologica), ma semplicemente vogliamo portarvi a conoscienza di una “curiosità” del tutto eccezionale, poichè non si tratta di un Uragano declassato a tempesta (cosa che avverrà dopo il contatto con le coste irlandesi), ma di nuvole da attribuire ad un Uragano ancora attivo e nel pieno della sua forza.

La nostra Penisola di tanto in tanto viene interessata da eventi simili ad Uragani denominati “Medicane” o Mediterranean-Hurricane, ma fortunatamente si tratta di eventi piuttosto rari, ma che verosimilmente potrebbero verificarsi un po’ più spesso in futuro per via del surriscaldamento del mar Mediterraneo.

Basta, non vogliamo mettervi inutilmente ansia, ma questo particolare ci ha fatto molto riflettere su ciò che sta accadendo al nostro Pianeta.

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Dott. Matteo Benevelli