da Matteo Benevelli | Mar 28, 2023 | Ambiente
Scorrere scorre … ma siamo nell’ordine della peggior portata del fiume Po dopo quella dell’anno scorso.
Per il secondo anno consecutivo il Grande fiume scende sotto la sua portata minima storica, fissata a 453 metri cubi al secondo, facendo registrare solamente 426 metri cubi contro i tristissimi 374 metri cubi dell’anno scorso.

Una serie desolante che ci racconta di un inverno avaro ne nevicate sulle Alpi, così come sul nostro Appennino e avaro di piogge sebbene sia comunemente riconosciuta come una stagione siccitosa.
Non ci resta che sperare nell’aiuto delle piogge primaverili, ma ricordiamoci che le piogge scivolano verso il mare in poco tempo dalla loro caduta, mentre una lenta e graduale fusione della neve avrebbe rappresentato un approvvigionamento d’acqua più dilazionato nel tempo.
Insomma… gli scenari idrici di quest’estate non sembrano per niente buoni se qualcosa non dovesse cambiare.
Vedremo le correnti d’aria a livello globale cosa ci porteranno, lanciarsi in previsioni ora è inutile e troppo fantasioso.
Per il momento rigraziamo Tommaso Montorsi per questa fotografia che ci è servita da spunto per questa riflessione.
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Dott. Matteo Benevelli
da Matteo Benevelli | Mar 22, 2023 | Ambiente
🌊 Giornata Mondiale dell’Acqua 💧
Risorsa sempre più preziosa del nostro territorio, ma anche risorsa sempre più scarsa.
Il clima sta cambiando a vista d’occhio e in questi ultimi anni stiamo assistendo a chiari segnali che tutto non è più come prima.
Le piogge sono sempre più scarse e anche gli eventi violenti che una volta recuperavano il gap negativo non riescono a compensare questi lunghi vuoti.
Il limite delle nevi sulle Alpi si sposta sempre più in alto riducendo la superficie in chilometri quadri che potrebbe gradualmente rilasciare acqua di fusione. Vaste zone delle Alpi sono in ombra pluviometrica e il nord-ovest è alle prese con una feroce siccità già nel mese di Marzo.
Nel reggiano va leggermente meglio, ma tra non molti giorni rimarremo senza la scarsa neve caduta in inverno e i nostri corsi d’acqua che già sono in sofferenza rischiano di andare in magra molto prima del previsto (o almeno dei periodi medi degli anni passati).

Le cause di tutto questo sono come sempre molteplici e molte ancora in fase di studio. Certo è che in questi anni assitiamo ad un maggior quantitativo di energia potenziale nell’aria, di calore nelle acque dei mari che ci circondano che innescano violenti eventi temporaleschi nel centro-sud dello stivale lasciando ai margini il nostro territorio ed il nord-Italia in generale.
Altro colpevole è da ricercare nella crescente forza della cella di Hadley (corrente d’aria che solitamente interessa la zona tra Equatore e Tropico), che si sta spostando sempre più verso nord portando a lunghi periodi di alta pressione che tengono a debita distanza le piogge atlantiche. Il tutto a discapito del mite Anticiclone delle Azzorre (quasi scomparso dai radar), per un più prepotente e feroce Anticiclone Africano.
L’inverno è un periodo notoriamente avaro di precipitazioni, è da adesso che inizia il momento migliore per la pioggia… tutto si può ancora recuperare, ma di certo dovremo fare i conti con la scarsa neve caduta durante l’inverno che sarà da tenere in considerazione e che sicuramente pagheremo cara nel cuore dell’Estate.
La giornata di oggi vuole puntare l’attenzione su una risorsa che diamo per scontata, ma che potrebbe diventarlo sempre meno nel futuro prossimo.
da Matteo Benevelli | Dic 21, 2022 | Ambiente
🛰 Dallo Spazio alla Siccità 2022 🌊
Che la ricerca spaziale sia indispensabile per il monitoraggio ed il benessere del nostro Pianeta è fuori ogni discussione.
E’ stata da poco pubblicata una ricerca dell’agenzia spaziale tedesca DLR che ha analizzato 15.000 immagini delle Alpi raccolte in 37 anni di monitoraggio con il satellite Landsat.
Lo scopo di tale ricerca era capire il comportamento della neve sulle nostre Alpi e come queste si comportano in questo periodo di riscaldamento globale.
L’innalzamento delle temperature a livello globale ha fatto sì che il limite delle nevi si spingesse via via sempre più in alto. La scorsa primavera il limite delle nevicate nelle Alpi italiane era in media di 400 metri, e in alcune regioni anche di quasi un chilometro più alto del solito!
Gli scienziati hanno anche esaminato l’influenza del manto nevoso delle Alpi sulla scarsità d’acqua nel nord Italia. Quest’anno il Nord Italia ha vissuto una delle peggiori siccità degli ultimi 70 anni.
Più alto è il limite delle nevi, meno neve è presente al suolo e quindi potenziale acqua di disgelo disponibile nei nostri fiumi.
Ad esempio, in Ticino, regione di confine tra Italia e Svizzera, il limite delle nevicate nel marzo di quest’anno era di 625 metri sopra la media pluriennale. Di conseguenza, nella regione c’era il 56% di neve in meno rispetto al solito.

Nel grafico 3D vediamo quello che è accaduto nella Valle d’Aosta in questo 2022. In blu vediamo il limite della neve e in giallo vediamo il ritiro del limite delle nevi rispetto alla media degli ultimi 37 anni.
Landsat è caratterizzato da una risoluzione spaziale di 30 metri. In questo modo è possibile mappare la neve anche nel complesso terreno delle regioni di alta montagna. Poiché l’archivio Landsat va molto indietro nel tempo, è possibile creare serie temporali.
Lo sfondo della siccità nel nord Italia è stata una combinazione di temperature elevate e scarse precipitazioni nell’inverno e nella primavera del 2022, a cui sono seguite diverse ondate di caldo di matrice africana che non hanno dato tregua.
Cosa ci prospetta il 2023?
Impossibile saperlo, ma è importante adottare tutte le precauzioni del genere perché il trend ovviamente non è positivo per niente.
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Dott. Matteo Benevelli
da Matteo Benevelli | Nov 11, 2022 | Ambiente, Meteorologia
🌵 Bollettino Siccità 💧
Ormai da un mesetto siamo in quella porzione di stagione in cui il nostro territorio dovrebbe riprendere a far scorta di acqua nelle proprie falde con la complicità delle piogge tipiche del post-estate.
Invece abbiamo vissuto un mese di Ottobre terribile sotto questo aspetto, con temperature esageratamente sopra la media e la quasi totale assenza di piogge degne di questo nome.
Molti apprezzano il fatto che questo ci ha permesso di risparmiare qualche euro in riscaldamento, ma su quanto accaduto c’è poco da star tranquilli. Il caldo esagerato avrà sicuramente ripercussioni negative sulla Natura che ci circonda, sui normali cicli biologici della vita di piante, animali, batteri, … ecc … l’Europa quest’anno è stata colpita molto più duramente di altre zone del Mondo, chiaro sintomo di un sempre più duraturo cappello di alta pressione che non lascia spazio alle perturbazioni atlantiche.
Il mare Mediterraneo è sempre più caldo e pronto a sprigionare la sua energia alla prima irruzione, un po’ come accaduto nelle Marche a metà settembre scorso o come visto il giorno dopo Ferragosto con la violenta perturbazione che ha causato vittime tra la Corsica e la Toscana.
La situazione idrica è da bollino rosso anche sul nostro Appennino che durante l’estate se la passava male ma non malissimo. Purtroppo il tutto è reso ancora più triste dalle notizie che si leggono sui giornali, notizie che enfatizzano il fatto che la prima neve sia caduta sulle Alpi, come se quello che è “normale” ormai è da considerarsi “eccezionale”.

Nei prossimi giorni avremo ancora la protezione di questa super-alta pressione che potrebbe favorire però la formazione di nebbie e nubi basse.
Forse la prossima settimana potrebbe arrivare un po’ di pioggia, soprattutto sul nostro Appennino, ma i modelli previsionali sono sempre molto ballerini quindi sarà meglio attendere qualche giorno prima di lanciarci in proclami.
Le curve di accumulo di pioggia sono in controtendenza rispetto alla normalità e calano invece di salire come sarebbe lecito attendersi nei periodi di Ottobre/Novembre. Nella grafica ARPAE vi abbiamo messo il raffronto tra ciò che è normale, abbondante o scarso, con l’aggiunta della curva di quanto accaduto nel famoso 2003 quando l’Europa e l’Italia furono alle prese con una violenta ondata di calore che purtroppo è stata superata dal 2022.

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Dott. Matteo Benevelli
da Matteo Benevelli | Lug 14, 2022 | Meteorologia
Inutile negarlo, la situazione in corso non è assolutamente migliorata più di tanto dal nostro ultimo bollettino emesso a Giugno.
Si sono verificate delle piogge sulle Alpi che hanno portato un pochino di acqua in più al Po, ma la situazione è ancora da “Bollino Rosso Fuoco”, con valori che sono stabilmente inferiori a quelli già terribili della stagione 2005/2006. Se la passa male anche il fiume Secchia che è prossimo all’essere fermo in alcune tratte, le piogge che nei giorni scorsi hanno interessato l’alta valle e la media valle hanno inciso poco sulla portata del fiume poiché violenti e di brevissima durata. Piogge del genere danneggiano il territorio e portano poco ristoro poiché il suolo arido necessita di più tempo per poterne assorbire una parte ed il suolo argilloso impermeabile non aiuta di certo.
Se la passa leggermente meglio il fiume Enza con un lieve sussulto dettato dalle piogge che nei giorni scorsi hanno interessato l’Appennino parmense e la zona reggiana tra Ventasso, Casarola e Alpe di Succiso.
Meglio non parlare dei torrenti che ancora vedono un po’ di acqua scorrere nei loro alti e medi corsi, per giungere secchi in prossimità delle loro foci.

Molti utenti ci chiedono di fare un raffronto con il terribile anno 2003, ma dimenticano che quello fu un anno terribile sotto l’aspetto delle temperature, che soprattutto nel mese di Luglio crearono non pochi problemi, specie in Francia dove morirono diverse persone. Sotto l’aspetto delle piogge non fu un anno avaro, specie ad inizio anno ed in primavera, ma anche nello stesso mese di Luglio si ebbero delle piogge con accumuli discreti. Se proprio dobbiamo trovare un anno horribilis basta fermarci al 2017, quando la disponibilità idrica fu del tutto simile a quella di oggi.
Il Bilancio Idroclimatico, che rappresenta in millilitri la differenza tra le precipitazioni e l’evapotraspirazione, è impietoso su tutta la Provincia di Reggio Emilia. Cromaticamente la situazione è leggermente migliore in Appennino in virtù di qualche pioggia in più e temperature meno importanti rispetto alla Pianura, ma siamo proprio a ridosso di quel “Rosso” che colora invece la Pianura.

Qualcosa potrebbe cambiare?
Non nel breve termine, i modelli attuali vedono salire in cattedra l’Anticiclone Africano che porterà tempo stabile su tutto il reggiano e temperature massime decisamente eccessive per il periodo. L’Estate 2022 rischia di candidarsi a peggior Estate di sempre. Questa ondata, però, avrà un moto molto oscillatorio e la speranza è che tra un picco e l’altro possa aprirsi qualche spiraglio di pioggia almeno per le zone appenniniche. Per quel che riguarda la portata del fiume Po, invece, si spera in qualche temporale Alpino anche se difficilmente saranno efficaci.
Non ci resta che stringere i denti ed aspettare tempi migliori poiché siamo in pieno Luglio ed è del tutto normale che non vi siano piogge degne di questo nome, come vedete da grafici solitamente si deve attendere la fine di Agosto per invertire la tendenza e rivedere le curve salire.
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Dott. Matteo Benevelli