da Matteo Benevelli | Mar 29, 2023 | Meteorologia
👩🏫 Angolo della Didattica 👨🏫
Anche questa giornata offre spunti interessanti per fare un po’ di didattica meteorologica.
Già nei giorni scorsi vi abbiamo parlato di come i rilievi montuosi possano giocare con le nuvole e dettarne la forma con la complicità del vento forte che può soffiare in quota libero da ostacoli a gran velocità.
Capita alle volte, che dal basso le correnti possano alterare la colonna d’aria anche negli strati più alti della Troposfera.
Queste alterazioni possono portare ad oscillazioni degli strati d’aria presenti sulla nostra testa. Strati che possono essere in alternanza secchi o umidi. Un po’ come gli strati colorati di una torta, solo che sono trasparenti e solo se subiscono delle forze esterne possono manifestarsi.

Capita, quindi, che aria umida soggetta a compressione e decompressione possa manifestare il vapore acqueo contenuto in essa sotto forma di nuvola. Aria umida che viene spinta in alto si decomprime e manifesta il vapore, quando ricade si comprime e lo cela alla vista. Come un moto ondoso spinto dal vento, questa increspatura, si estende e con i suoi sali/scendi alternando nuvole lineari a spazi vuoti.

Questa mattina assistiamo ad uno di questi eventi poiché abbiamo a 5.500 metri di quota, circa, uno strato di aria umida tra strati di aria secca che entra in Pianura Padana dalla zona dei grandi laghi alpini (tra Canton Ticino, Lago di Como, Valtellina), sotto la spinta di un vento che soffia a 110 Km/h circa. In quel punto le Alpi sono più basse e permettono l’ingresso di aria, ma si formano delle increspature dovute alla perturbazione delle Alpi Orobie tra bergamasco e comasco. Un muro che viene colpito frontalmente dal vento che non può che sollevarsi come su di un trampolino e “scuotere” la colonna d’aria sopra di sé.
Questo effetto è destinato a durare solo poche ore, quando le correnti si sposteranno e colpiranno le Alpi Orobie in modo diverso il tutto sciamerà … ma per un istante abbiamo potuto godere di un evento meteorologico interessante senza dover per forza scadere in qualcosa di disastroso.
Ma alla fine dei conti… di cosa si tratta?
Di nuvole orografiche lenticolari naturalmente 😉
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Dott. Matteo Benevelli
da Matteo Benevelli | Gen 21, 2022 | Meteorologia
Ieri vi abbiamo parlato del fenomeno della Calima e anche oggi rimaniamo presso le Isole Canarie perché come conseguenza di quel vento carico di sabbia si sono manifestate anche delle nuvole particolari: le onde atmosferiche.
Si tratta di un disturbo atmosferico che altera il normale moto del vento con ondulazioni verticali che generano lunghe strisce parallele di nuvole.
Nel nostro caso siamo in presenza di un forte vento caldo di Scirocco che si trova a subire diverse sollecitazioni a livello di pressione, temperatura, umidità e soprattutto… si scontra con le alte montagne vulcaniche delle Canarie.
L’ostacolo rappresentato da queste isole comporta turbolenze che perturbano il normale scorrere del vento.
Sempre in questo caso possiamo parlare di onde stazionarie (opposte alle onde viaggianti), poichè queste lunghe increspature permangono per diverse ore sempre nella stessa posizione a fronte delle isole di Lanzarote e Fuerteventura.
Un altro termine per definire le onde atmosferiche di questo tipo è “maree atmosferiche”.
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da Matteo Benevelli | Giu 24, 2021 | Meteorologia
Il cielo sulla nostra provincia pare diviso in due: ad occidente cielo limpido e libero da nuvole, a oriente nuvole e scie di condensa degli aerei ad alta quota.
Tranquilli, non è in corso alcun complotto, è semplicemente un gioco di correnti d’aria secca e di aria umida. Il confine passa esattamente sulla nostra provincia ad una quota di circa 10 Km di altezza, quota molto trafficata ed utilizzata dagli aerei.
Quando un’aereo incontra correnti d’aria umida produce queste lunghe scie bianche (vere e proprie nuvole), che scompaiono nel momento in cui l’aereo attraversa correnti d’aria più secche.
I motori degli aerei attraverso la combustione del carburante producono pulviscolo. Questi granelli di polvere costituiscono il nucleo di condensazione attorno al quale si “attaccano” le goccioline d’acqua presenti nell’aria.
ARIA CALDA e POLVERI (dovute allo scarico dei motori dell’aereo) + ARIA UMIDA e FREDDA = CONDENSA (nuvola)
In fine un po’ di umidità è presente anche a bassa quota sul nostro Appennino a circa 1.500 metri e genera quelle nuvole pittoresche presenti sulla prima Collina e che a breve si diraderanno per via di una lieve rotazione del vento dominante oggi.
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da Matteo Benevelli | Mar 23, 2021 | Astronomia, Meteorologia
Il 23 marzo è un giorno particolare per la Meteorologia, in quanto viene celebrata l’entrata in vigore della convenzione dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM), che risale al 1950.
La OMM un’organizzazione intergovernativa che comprende 189 Stati membri e Territori, nata con lo scopo principale di promuovere lo scambio di informazioni in campo meteorologico, la standardizzazione delle rilevazioni e la cooperazione a reti unificate delle varie informazioni meteo climatiche provenienti da ogni parte del globo.
Ogni anno la Giornata mondiale della Meteorologia viene celebrata focalizzando l’attenzione su un tema specifico… oggi vi vogliamo parlare di nuvole primaverili, ma non di nuvole primaverili qualsiasi… di nuvole primaverili marziane!
Anche il pianeta Marte è dotato di una sua tenue atmosfera con conseguenti eventi meteorologici annessi.
Ogni anno marziano all’inizio della primavera e fino all’estate sulla sommità del vulcano (spento) Arsia Mons si forma una “nuvola orografica”.
Nella sua massima estensione, la nube misura circa 1800 km di lunghezza e 150 km di diametro. È la più grande nube orografica mai vista su Marte, che si genera quando una massa d’aria incontra una catena montuosa e viene forzata a risalirla. In questo caso, Arsia Mons perturba l’atmosfera marziana per innescare la formazione della nuvola; l’aria umida viene quindi spinta sui fianchi del vulcano in correnti ascensionali, condensandosi successivamente ad altitudini più elevate e molto più fresche.
E’ stata osservata per la prima volta nel 1976 e fotografata da ben 5 missioni, ma solo recentemente è stata studiata a fondo grazie alla missione europea Mars Express.
La nuvola inizia a crescere prima dell’alba sul versante occidentale di Arsia Mons prima di espandersi verso ovest per due ore e mezza, crescendo molto rapidamente (a oltre 600 chilometri orari) fino a un’altitudine di 45 chilometri. Quindi smette di espandersi, si sposta dalla sua posizione iniziale e viene spinta più a ovest dai venti di alta quota, prima di evaporare in tarda mattinata con l’aumento della temperatura dell’aria con il sorgere del Sole.
PS
Oggi è anche la giornata modiale delle Tartarughe… ma di questi antichi animali ne parleremo magari un’altra volta 
Fonte: INAF
da Matteo Benevelli | Dic 14, 2020 | Meteorologia
In questo breve articolo vi vogliamo parlare delle bellissime nuvole di Kelvin-Helmholtz. Si tratta di una delle tante forme affascinanti che possono assumere le nuvole e prendono questo strano nome dalla legge fisica della fluidodinamica scoperta dal tedesco Hermann von Helmholtz e dall’irlandese William Thomson Kelvin.
I due scienziati osservarono che se due fluidi a contatto tra loro si muovono a velocità diverse, alla prima perturbazione che avviene nel punto di contatto tra i due si formeranno perturbazioni e vortici che ne andranno a far perdere definitivamente la configurazione che era presente all’inizio.
Per farla più semplice abbiamo preso questa bellissima immagine ripresa da Beppe Dallari di Casalgrande il giorno 8 dicembre del 2020. Questa porzione di cielo è ripresa dalle colline di Casalgrande in direzione delle Alpi tra Italia, Francia e Svizzera. In quella giornata era presente una ventilazione quasi assente a livello del suolo ma in quota il vento si spostava verso nord a velocità diverse a seconda dell’altezza.
Le nuvole in oggetto sono quelle che appaiono come un impetuoso moto ondoso degno dell’artista giapponese Katsushika Hokusai.

Ma vediamo per mezzo di questa grafica di cosa si tratta:

In questo caso non parliamo di moto ondoso, la meccanica che porta alla formazione di questi “cavalloni” è completamente diversa. In questo caso abbiamo due differenti correnti d’aria che si muovo nella stessa direzione, ma a velocità diverse. La corrente d’aria superiore è più veloce rispetto a quella sottostante ma finché non interviene un agente perturbante non si innescano il vortici. La perturbazione si innesca per mezzo di una differente pressione delle due correnti d’aria che da forma ad una reciproca attrazione delle due strisce d’aria. L’aria che scorre più lenta è sottoposta ad alta pressione, mentre la più veloce si trova in condizioni di bassa pressione. Il movimento verso l’alto della corrente d’aria più lenta dilata l’aria e rende visibile un pennacchio di nuvole che, travolto dalla maggior velocità dell’aria soprastante, genera un vero e proprio vortice. La successione di vortici successivi è una diretta conseguenza della reazione a catena innescatasi.

Nuvole come queste sono abbastanza rare ma non impossibili da osservare. Ora, se ne vedrete qualcuna, saprete spiegare a chi è con voi il perché di questi riccioli.
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Dott. Matteo Benevelli