da Matteo Benevelli | Apr 28, 2023 | Meteorologia
Questa ultima fase del mese di Aprile e primi giorni di Maggio vedono un dominio dell’alta Pressione sul Mediterraneo occidentale e ciò determina condizioni di cielo prevalentemente soleggiato. Per la nostra Provincia possiamo dire che l’alta pressione non sia in grande spolvero, motivo per cui qualche infiltrazione d’umidità in alta quota determina la formazione di velature più o meno efficaci nel far impallidire il Sole. L’effetto “serra” di questo velo, però, compensa l’ipotetico calo termico dovuto al minor irraggiamento mantenendo le colonnine di mercurio stabili o in aumento. La dispersione termica notturna, però, rende ancora fresco il risveglio dei reggiani nelle campagne e in montagna dove i termometri toccano i +2°/+4°C contro i 23°C del pomeriggio.
Situazione diversa in altri paesi europei, come la Spagna, che è alle prese con un feroce anticiclone africano che addirittura ha portato le temperature massime a toccare i 38,7°C a Cordoba battendo il record precedente di ben +5°C. Se pensiamo che siamo ancora ad aprile, questo, non ci fa ben sperare per l’estate.
Immagine – Scott Duncan
A non farci ben sperare sono diversi fattori a livello globale. Abbiamo concentrazioni di anidride carbonica che continuano a salire, la temperatura degli oceani che è in vertiginosa ascesa (nonostante il periodo di Niña che al contrario dovrebbe far calare i valori), fusione dei ghiacci inarrestabile e un lunghissimo periodo di siccità che attanaglia anche la nostra provincia.
Come detto, il nostro territorio, è ai margini di questo primo feroce attacco africano e fortunatamente non ne sentiamo gli effetti più di tanto. Nei prossimi giorni avremo l’ingresso di una perturbazione atlantica che arriverà dal sud della Francia generando un vortice di bassa pressione sul Tirreno che spingerà via il caldo africano anche dalla penisola iberica relegandolo nuovamente alle zone sahariane.
Festa del 1° Maggio
I modelli sono sempre più propensi a vedere il giorno di massima instabilità proprio in questa giornata con piogge abbondanti che finalmente porteranno un po’ di ristoro ai nostri campi che sono giorno dopo giorno sempre più bisognosi di acqua.
Le prime piogge, però, faranno il loro arrivo già nella giornata di Domenica 30 aprile ad iniziare dai settori appenninici e successivamente in estensione anche alla Pianura.
A corredo delle piogge avremo anche un drastico crollo delle temperature massime che si porteranno dai 23°C di oggi (28 aprile) ai 14°/15°C di lunedì.
La perturbazione, poi, dovrebbe iniziare ad esaurirsi già dalla seconda metà della giornata del 2 di maggio con una graduale cessazione delle precipitazioni ad iniziare dalla Pianura. Probabilmente in Appennino avremo delle piogge più durature che ci costringeranno a dover ricorrere all’ombrello per tutta la giornata.
Tendenza per i primi giorni di Maggio
Ovviamente spingendoci in là con lo sguardo dobbiamo uscire dal campo delle “previsioni” per entrare in quello delle “tendenze”.
La tendenza per il post-festività sarà quello di una riapertura del cielo quando l’ingombrante bassa pressione si sposterà verso sud-est. Da questo spostamento della “bolla di aria fresca” potrebbe scaturire una seconda saccatura di aria calda africana che si ripoterà sulla Spagna. Anche in questa occasione noi dovremmo rimanerne ai margini con giornate soleggiate di nuvolosità variabile, ma anche di temperature massime che si riporteranno nei pressi della soglia dei 24°/25°C.
Riassumendo
La mite fine del mese di aprile dovrà cedere il passo ad una veloce perturbazione di una manciata di giorni che rimescolerà l’aria sulla nostra provincia riportando un po’ di acqua sulle nostre bisognose terre. Certamente dispiace per la giornata di Festa che sicuramente verrà in gran parte compromessa, ma guai a dire di no ad un paio di giornate di pioggia.
Maltempo?
E’ una parola che non abbiamo usato e che sta diventando anno dopo anno sempre più scorretta da utilizzare. Una pioggia abbondante, ben distribuita nel tempo ed efficace diventerà sempre più facilmente un periodo di “buon tempo” (se non vogliamo utilizzare il termine bel tempo).
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Dott. Matteo Benevelli
da Matteo Benevelli | Gen 5, 2023 | Ambiente, Meteorologia
Il bilancio del 2022 a livello globale è disastroso, così come disastrosi sono stati gli ultimi 8 anni che ci lasciamo alle spalle, i più caldi di sempre.
Il nostro territorio non è immune ai cambiamenti climatici su scala globale e quest’anno ce ne siamo resi conto fin da subito. Poca neve in Appennino, poca pioggia, un anticiclone africano dietro l’altro fino al giorno di San Silvestro. Un Po quasi in secca come non si vedeva da decine di anni e questo 2023 è partito sotto il peggiore dei segni.
Il nostro Crinale è quasi a secco di neve con scarse prospettive per la prima metà di gennaio. Arriverà un po’ di pioggia in suo aiuto, ma la neve sarà la grande latitante e solo in altissima quota potrebbe vedersi qualcosa dopo l’Epifania.
I gas serra climalteranti stanno diventando un problema sempre più concreto e sempre più sotto gli occhi di tutti. Questi inquinanti bloccano l’energia del Sole all’interno della nostra atmosfera che innesca eventi meteorologici sempre più violenti ed estremi con ripercussioni per tutti noi. Quest’anno in Italia sono morte 29 persone durante i 310 eventi estremi verificatisi, di cui 22 eventi in Emilia-Romagna.
Anno dopo anno emerge sempre più il fatto che l’Europa, ed il bacino Mediterraneo in primis,sia il primo continente a fare le spese dirette di questo cambiamento in atto. Il Mare Nostrum, infatti, è sempre più caldo ed innesca sempre più spesso eventi estremi per via del grande volume di vapore acqueo immesso nella Troposfera. La vicinanza, poi, del deserto del Sahara non fa che amplificare il calore a disposizione dell’ingombrante Anticiclone Africano che anno dopo anno è sempre più prepotente e smanioso di spingersi a nord. La “cella di Hadley”, una corrente che determina solitamente le alte pressioni attorno ai 30° di latitudine nei pressi del Mediterraneo è di anno in anno sempre più energica e tende a spalleggiare quella chiamata “cella di Ferrel” situata più o meno all’altezza del centro Europa.

Le ripercussioni di questo dilatamento verso nord della Cella di Hadley è ancora allo studio dei ricercatori, ma quello che sta accadendo sul nostro stivale è sotto l’occhio di tutti. Alte pressioni continue intervallate da brevi momenti di instabilità, che spesso sono accompagnati da eventi violenti a causa di un Mediterraneo sempre più caldo.

In questa grafica del NOAA americano vediamo la situazione sul nostro continente durante l’ultima settimana del 2022. L’anomalia termica sulla nostra Provincia è di 5°/6°C superiore alla media a causa dell’Alta Pressione Africana che condiziona anche i primi giorni del 2023.

In questa grafica ECMWF vediamo il primo giorno del 2023 che ha fatto registrare record su record negativi nel cuore dell’Europa.

In questa grafica del meteorologo inglese Scott Duncan vediamo i valori registrati a Bilbao (Spagna) e Varsavia (Polonia).
Come vedete vi abbiamo mostrato diverse grafiche proprio perché le immagini parlano più di 1000 parole. Ogni anno sentiamo la politica parlare delle questioni climatiche, ma ogni anno non viene fatto nulla di concreto per intervenire realmente sul problema. Quello che sta accadendo ormai lo possiamo vedere con i nostri occhi, siccità sempre più prolungate, cicli vitali degli insetti sempre più discontinui, eventi alluvionali sempre più ricorrenti, … per citare i primi problemi che ci vengono in mente.
L’agricoltura è la prima colpita da questo poiché gli insetti possono deteriorare i raccolti, i patogeni che normalmente morirebbero con il freddo possono proliferare ed evolvere, la scarsità di acqua indebolisce le colture e le carestie potrebbero essere sempre più d’attualità.
Ma la catena, purtroppo, è molto più ampia e le ripercussioni di ogni cambiamento innesca un domino di cui ancora troppo poco si conosce.
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Dott. Matteo Benevelli
da Matteo Benevelli | Set 30, 2022 | Ambiente
🌍 Dal Mondo …💨
Solo noi siamo in grado di danneggiare così pesantemente un Pianeta che già ci sta presentando il conto di quello che stiamo facendo.
In queste immagini possiamo vedere distintamente dallo spazio una delle 4 falle aperte nei gasdotti Nordstream 1 e 2. Nello specifico possiamo vedere quella più vicina all’isola di Bornholm (DK). La nuvola di gas richiamata dal vortice di bassa pressione che da diversi giorni interessa la zona si è diretta verso la Scandinavia facendo schizzare in alto i grafici delle stazioni di rilevamento.

Vi ricordiamo che il metano è uno dei gas serra più potenti in assoluto circa 30 volte di più efficace dell’anidride carbonica nel riscaldare il nostro Pianeta e un evento terroristico come questo (perché non lo si può definire diversamente) è un durissimo colpo in un periodo storico dove il conto alla rovescia per intervenire sul Clima sta scadendo ed un solo passo verso la mitigazione non è stato compiuto da alcun paese.
Greenpeace ha quantificato questa emissione nel quantitativo di inquinamento prodotto da 20.000.000 di automobili in un anno in Europa.
Il quantitativo di gas climalterante fuoriuscito non è di per sé un quantitativo “esagerato”, ma non dobbiamo nemmeno cadere nel tranello dello sminuire eventi come questo perché a suo modo andrà ad accumularsi nella nostra Atmosfera facendoci compiere un passo indietro.
Il metanodotto non è in funzione, ma i tubi sono ugualmente in pressione e pertanto pieni di gas per migliaia di chilometri di estensione. Le fuoriuscite non sono riparabili quindi non ci resta che attendere l’abbassamento della pressione all’interno delle tubature.
Russia? Stati Uniti? Non importa … a rimetterci sarà l’intero Pianeta e non l’egocentrismo ed il machismo delle singole nazioni. Resta il disprezzo e la non curanza per quella che è la nostra Casa.
Immagini:
NASA – Modis
MarineTraffic
Video:
https://www.icos-cp.eu/
Elaborazione grafica:
MeteoReggio.it
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Dott. Matteo Benevelli
da Matteo Benevelli | Giu 20, 2022 | Ambiente, Meteorologia
🍂🌧 Come sarà l’autunno? 🌧🍂
Calma … sappiamo anche noi che un titolo del genere non si addice a chi fa divulgazione scientifica con un minimo di credibilità 😅
Ma dovevamo catturare la vostra attenzione… e poi dopo una giornata come quella di oggi sappiamo benissimo che molti di voi vorrebbero saltare direttamente all’autunno, dopo 17 anni vi conosciamo 😁
Oggi è stata pubblicata un’immagine satellitare basata sui dati del Servizio di monitoraggio dell’ambiente marino di Copernicus (CMEMS) dell’ESA, e mostra l’anomalia della temperatura della superficie del mare (SST) registrata il 19 giugno 2022. I dati mostrano un’anomalia giunta fino a +5°C lungo le coste di Spagna, Francia e Italia.
Il caldo poderoso di questa prima metà di giugno è ostinato e destinato a perdurare ancora per molti giorni, senza poi considerare il fatto che davanti a noi abbiamo ancora tutto Luglio e Agosto.
L’acqua è un pessimo conduttore di calore, ma cosa significa?
Significa che impiega molto tempo a riscaldarsi e lo stesso a raffreddarsi. Motivo per cui gli inverni al mare sono sempre più miti che nell’entroterra e le estati più fresche.
Il Mediterraneo quest’anno si sta scaldando in modo anomalo per via di questa rimonta africana e questo immagazzinamento di calore crescerà nel corso dell’Estate con il rischio concreto che permanga a lungo anche ad autunno inoltrato.
In autunno, poi, abbiamo spesso delle incursioni di aria instabile dall’Atlantico che potrebbero scontrarsi direttamente con il caldo ed il vapore acqueo in sollevamento dal mar Mediterraneo innescando violenti temporali.
Calore = Energia = Temporali violenti
Se poi usciamo dal discorso meteorologico e ci spostiamo alla biologia marina, l’acqua calda ha un impatto negativo notevole nell’ecosistema del nostro mare. Meno ossigeno nel mare, microorganismi alla base delle catene trofiche in difficoltà, moria di alghe e pesci … scenari poco piacevoli ma che sono direttamente legati a ciò che sta accadendo meteorologicamente.
Siamo tutti parte di un sistema più complesso che rischia costantemente l’effetto “domino”.
Riallacciandoci a quanto detto all’inizio di questo articolo: non sappiamo dirvi come sarà l’autunno 2022, ma possiamo dirvi che il mare poco oltre il nostro Appennino si sta scaldando tantissimo e che questo è uno degli ingredienti che servono per generare eventi violenti tra Liguria, Toscana ed Emilia-Romagna.
Ne occorrono altri… speriamo non si mescolino mai insieme…
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Dott. Matteo Benevelli
da Matteo Benevelli | Mag 21, 2022 | Meteorologia
🌍 Il Maggio dei record … 🥵
Che il gran caldo di questi giorni non fosse solo affar nostro ve lo avevamo già accennato nei giorni scorsi, ma giorno dopo giorno il caldo fa registrare record su record per il mese di Maggio.
Ieri sono stati toccati in Marocco i 45,7°C! Un valore esagerato, un valore mai registrato in quelle zone sebbene si parli di Africa, sebbene si parli di deserto del Sahara nelle vicinanze … questo perchè comunque stiamo parlando di Maggio!
Gran caldo anche in Spagna con 41,8°C nella Regione di Siviglia e Cordova, mentre a Reggio Emilia toccavamo i 31,3°C.
Si tratta di valori più consoni alla fine di Luglio, così come da fine di Luglio sono i livelli del nostro grande fiume Po che non può attingere dalla pochissima neve caduta sull’Appennino, nemmeno dalle scarse nevicate alpine, per non parlare della triste situazione dei ghiacciai alpini che sono sempre più ridotti ed agonizzanti.
Un quadro sconfortante che deve farci affrontare la stagione estiva con la consapevolezza che dovremo gestire delle grosse difficoltà nella speranza che tutto si normalizzi nuovamente.
Si, perché comunque questa “ondata” trova delle spiegazioni e questa “ondata” avrà anche un termine. Mercoledì 25 avremo finalmente una rottura ed i termometri scenderanno bruscamente sebbene si manterranno ugualmente sopra la media del periodo.
C’è da augurarsi che questa “rottura” avvenga in modo tranquillo anche se quanto visto tra Germania, Paesi Bassi e Normandia non fa ben sperare.
Quelle zone, infatti, hanno visto un brusco scontro tra aria calda africana e aria fredda atlantica determinando disastrosi temporali e veri e propri tornado in stile americano.
Da noi dovrebbe avvenire qualcosa di simile… ma in scala più ridotta e ci auguriamo pertanto meno violenta.
Il gran caldo attuale è figlio di una saccatura d’aria fredda nel nord Atlantico e di una bassa pressione davanti alle coste del Portogallo che ha schiacciato come un “formaggino” l’aria rovente del Sahara sulla Spagna favorita dal moto rotatorio orario dell’Anticiclone Africano. Un gioco di ingranaggi e “bolle termiche” che si muovono sinuosamente con moto meridiano.
A questi giochi sommiamo anche due discrete “correnti a getto” che modellano l’Anticiclone Africano favorendone lo stallo tra le Baleari ed il Tirreno. Le correnti a getto sono dei veri e propri fiumi d’aria che corrono a grandissima velocità appena sotto la Tropopausa.
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Dott. Matteo Benevelli