da Matteo Benevelli | Apr 5, 2023 | Ambiente
Il fenomeno della “gelata tardiva” è da sempre fonte di grande preoccupazione per chi si occupa di agricoltura, questo perché il freddo intenso è capace di bruciare letteralmente le prime gemme delle piante in Primavera.
Oggi ne parleremo in merito ai cambiamenti climatici in atto che sebbene in tred di aumento di temperatura, non fanno scomparire il problema, ma al contrario rischiano di esacerbarlo.
In questa ottica, forse, sarebbe più corretto parlare di caldo precoce più che di gelate tardive. Questo perché sempre più spesso abbiamo inverni miti in cui e le piante hanno un periodo di quiescenza sempre più breve (botanicamente significa periodo di riposo per le piante). Ciò favorisce uno sviluppo precoce di gemme pronte a germogliare in periodi in cui dovrebbe fare ancora freddo, mentre assistiamo sempre più spesso ad ondate di calore anomalo che accelera il processo di risveglio delle Piante.
Capita, quindi, che queste gemme si facciano sorprendere da colpi di coda invernali che sono tipici delle stagioni di transizione come la Primavera. Aumentano pertanto le possibilità che le piante si facciano sorprendere da questi eventi del tutto normali tra Marzo e Maggio, con il forte rischio che possano andare perduti interi raccolti.

Molte rosacee da frutto hanno già conlcuso la loro fioritura a fine Marzo, ora è il momento delle Piante di Vite che sono una coltura importantissima per il nostro territorio. Interi vigneti di Lambrusco, Spergola e quant’altro sono duramente provati da mattinate come quella di mercoledì 5 aprile dove le temperature sono scese sotto i -2°C in Pianura.
Fortunatamente questa punta è stata toccata per poche ore, ma alle volte possono essere sufficienti per rovinare un raccolto o le piante più delicate.
Questo deve farci riflettere sul “sistema a Domino” che si nasconde dietro i cambiamenti climatici. Sul fatto che i risvolti che si nascondono dietro un fenomeno sono molteplici. Quando si parla di cambiamenti climatici, a minacciare le nostre colture, non è soltanto la siccità o il caldo, ma paradossalmente anche il freddo, il fatto che molti insetti nocivi non muiono durante l’inverno, malattie fungine (e non solo) che sono favorite nello sviluppo dal caldo, …. e tanto altro ancora … e tanto altro ancora che non è stato scoperto.
Il tempo di capire e agire è questo, più tempo passa più il quadro generale si complica.
da Matteo Benevelli | Apr 3, 2023 | Meteorologia
Dopo un inizio di Primavera stabile e dalle temperature miti, la Domenica delle Palme ha visto un ribaltamento di fronte meteorologico con temporali pomeridiani che hanno portato una generale rinfrescata su tutto il reggiano. Tutta colpa del piccolo vortice di bassa pressione denominato “Ilina” che si è formato nel centro-sud della nostra Penisola e che ha fatto spalancare la “porta della Bora”.
Questo vento freddo ci accompagnerà nella prima parte della settimana entrante e lo farà mantenendo i termometri abbondantemente sotto la media del periodo dopo una lunga fase al di sopra. Questo vortice richiama aria a sé e questa ci attraversa scavalcando il nostro Crinale diretta verso il Mediterraneo. Per tale ragione i primi giorni della settimana vedranno allerte meteo per vento forte in Montagna di livello “giallo” (prestate attenzione alla possibile caduta di oggetti esposti, rami o alberi secchi e pericolanti).
La settimana che sta iniziando sarà, quindi, segnata da condizioni di cielo soleggiato con qualche nuvola in rapido transito che non comporterà particolari conseguenze. Il vento ci aiuterà nel tenere pulita l’aria dalle ingombranti polveri sottili che solitamente caratterizzano la nostra Pianura. Qualche gelata mattutina di debole intensità potrebbe presentarsi in Appennino nei fondovalle mentre più in basso ci si avvicinerà alla soglia dello zero, ma non si dovrebbe scendere sotto tale valore.
Con il trascorrere del tempo la bassa pressione gradualmente scivolerà verso sud-est facendo progressivamente chiudere la porta della Bora.
La seconda parte della settimana, infatti, vedrà un calo della ventilazione ed il ritorno di un po’ di nuvolosità in cielo. Non sembrano le condizioni ideali per una perturbazione, ma qualche piovasco debole in Montagna non è da escludere a priori tra venerdì e sabato.
Parlare di Pasqua e Pasquetta è ancora troppo presto. Le previsioni meteo dopo 2 o 3 giorni perdono drasticamente d’affidabilità ed è più corretto parlare di “tendenze” e non di previsioni. Allo stato attuale dei modelli previsionali sembra essere un buon periodo. Ma la cosa migliore è attendere ancora un po’ di tempo.
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Dott. Matteo Benevelli
da Matteo Benevelli | Gen 29, 2023 | Meteorologia
✳️ I giorni della Merla 🐦
Sono arrivati gli ultimi 3 giorni del mese di Gennaio che secondo la tradizione sono chiamati “i giorni della Merla”.
Sempre la tradizione vuole che questi siano i 3 giorni più freddi dell’anno e quest’anno il freddo sicuramente non manca…
Ma quest’anno è un freddo anomalo come dicono?
Oppure è normale che in questo periodo ci sia questo freddo?
Beh… va detto che la meteorologia è fatta di “medie” … ovvero di valori che si trovano a metà tra gli eccessi da una parte e gli eccessi dall’altra. Questo discorso vale soprattutto se si parla di “clima”.
Accade, quindi, che questo inizio di 2023 vede “finalmente” un eccesso di valori abbondantemente sotto la media del periodo.
Questo è un bene perché aiuterà un po’ a bilanciare il terribile inizio di stagione che ha visto l’anticiclone Africano dominare nel Mediterraneo per settimane, soprattutto nel periodo natalizio.
Da diversi giorni, invece, abbiamo un ciclone di nome Hannelore che ha tenuto banco fino ad oggi nel Mediterraneo richiamando aria fredda (ma non freddissima) dai Balcani e dall’artico.
Pertanto ci troviamo nella situazione che il freddo attuale è effettivamente qualcosa di “diverso dal solito”, ma non a dover esclamare chissà quale titolone. Come detto in precedenza questo freddo attuale bilancia il caldo anomalo passato. Alti e bassi frutto di una dinamica più globale che vede ad esempio un riscaldamento molto sopra la media della Scandinavia e soprattutto dell’Alaska.
Insomma… se qui da noi abbiamo i freddi giorni della Merla, a livello globale oggi viaggiamo a +0,53°C e nelle regioni dell’artico a ben +3,2°C sopra la media.
Tornando a noi possiamo dirvi che i Merli bianchi che oggi entrano nel camino, quando usciranno neri il 1° di Febbraio troveranno dei valori leggermente migliori … ma che si preparino a rintanarsi nuovamente perché potrebbe tornare un po’ di freddo nei primi giorni di Febbraio.
Stiamo ovviamente citando una delle numerose leggende che aleggiano attorno ai giorni della Merla, ovvero, quella secondo la quale una merla bianca si rifugiò con i suoi piccoli in un comignolo il 29 gennaio per uscirne il primo giorno di febbraio completamente scura/grigiastra per via della cenere.
Se analizziamo il grafico a “spaghi” che vi proponiamo vediamo il comportamento delle temperature in quota che subiranno un’oscillazione nei prossimi giorni. Un rimbalzo che farà tornare i valori sopra la media per poi ridiscenderne al di sotto.
Il tutto, però, in assenza di precipitazioni … quindi cielo sereno e freddo intenso (almeno al mattino).
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Dott. Matteo Benevelli
da Matteo Benevelli | Mar 27, 2020 | Meteorologia
Che le stagioni siano ormai saltate è cosa appurata. Anche quest’anno l’Inverno prova a dare qualche colpo di coda in ritardo quando ormai la primavera è ben avviata e le piante presentano i primi fiori da frutto. Recentemente siamo stati interessati dal passaggio di due fronti freddi che dalla “porta della Bora” hanno riportato le temperature sotto la media del periodo e addirittura qualche fiocco di neve fino alla via Emilia.
Con molto ritardo, insomma, l’inverno ha abbandonato la sua noiosa forma circolare ed ha iniziato a muoversi in maniera irregolare con moto verticale generando instabilità e lingue di freddo o caldo che rimescolano l’aria sul nostro continente. Pochi giorni fa siamo stati interessati da due discese fredde, da domani avremo una parentesi calda di 3 giorni, poi un nuovo affondo freddo con il ritorno di abbondanti precipitazioni. Qui sotto vi mostriamo gli “spaghetti” che meteorologicamente ci raccontano gli scombussolamenti dei prossimi giorni:

I modelli previsionali da un paio di giorni prevedono una terza discesa fredda che investirà l’Europa ed il bacino del Mediterraneo. Questa volta l’affondo non arriverà dalla steppa russa, ma scenderà direttamente dall’Artico verso il cuore del continente.
Ancora una volta l’Alta Pressione delle Azzorre giocherà un ruolo fondamentale nell’innescare i movimenti d’aria che riporteranno il freddo sul nostro territorio. Questa volta il gigante alto pressorio si troverà nell’alto Atlantico e non sul Baltico come per i primi due affondi di pochi giorni fa. Ciò determinerà una natura completamente diversa del getto d’aria, che verrà a trovarsi in una posizione più occidentale e pertanto sulla Scandinavia e non più dalle steppe Russo-Kazake.
Differenze tra le due correnti?
Una corrente di aria fredda in arrivo dalla steppa Russa/Kazaka è più secca ed avida di umidità, poiché segue un percorso principalmente di “terra”, senza incontrare mai specchi d’acqua degni di questo nome fino all’arrivo sul mar Adriatico.
Una corrente in calo dalla Scandinava, al contrario, è più umida poiché attinge vapore acqueo dal Mar Baltico e dal Mare del Nord.
Cosa succederà questa volta?
L’Anticiclone delle Azzorre ruotando in senso orario spingerà verso la Germania e la Polonia l’aria del Vortice Polare che scendendo dalla penisola Scandinava andrà ad impattare contro il muro delle Alpi e dei Carpazi. Questa discesa è alimentata anche dal richiamo di due basse pressioni che si troveranno sul Mar Egeo (la prima) e nei pressi di Gibilterra (la seconda). Le due catene montuose e le due basse pressioni saranno all’origine della divisione in ben 3 rami di questo getto d’aria artica.

1° Braccio – Verrà deviato dalle Alpi e richiamato dalla Bassa Pressione presente su Gibilterra.
2° Braccio – Si insinuerà tra la Alpi ed i Carpazi richiamato dalla Bassa Pressione presente nel Mar Egeo.
3° Braccio – Verrà deviato dai monti Carpazi verso est richiamato dalla Bassa Pressione presente nel Mar Egeo e la raggiungerà dallo stretto del Bosforo.
La nostra provincia verrà investita dal 2°Braccio che passando tra Austria, Slovacchia, Ungheria e Slovenia (la Porta della Bora), raggiungerà il nostro territorio con un discreto carico di umidità che potrebbe determinare delle precipitazioni copiose o moderate anche nel reggiano.
Che precipitazioni ci dobbiamo attendere?
Se i modelli resteranno confermati è molto alta la probabilità di nevicate abbondanti sul nostro Appennino con accumuli discreti (al giorno d’oggi si parla di almeno 10/15 cm a Castelnovo né Monti). La Pianura ancora una volta sembra rimanere ai margini di questi fenomeni, ma visto il largo anticipo è necessario attendere l’elaborazione di nuovi dati, poichè il margine d’errore è ancora ampio e non è da escludersi che la neve possa raggiungere anche la via Emilia.
Quali certezze abbiamo?
Con certezza possiamo affermare che la neve farà il suo ritorno sul nostro Appennino. E’ molto alta la probabilità che la neve si spinga almeno fino alla via Emilia se non oltre…
Sicuramente avremo disagi sulla rete stradale del nostro Appennino, ma potrebbero verificarsi anche cadute di alberi o rami a causa del peso della neve. Altro rischio da non sottovalutare sarà quello del ghiaccio, poiché le temperature scenderanno sotto lo zero su tutto l’Appennino.
Se la perturbazione dovesse essere confermata così com’è?
Se la neve dovesse spingersi fino alla Pianura (e lo scopriremmo già nella tarda giornata di Lunedì 30), sicuramente avremo accumuli anche in quelle zone con conseguenti disagi legati ad una copiosa nevicata. Caduta di rami, alberi, rete stradale sporca.
Sicuramente man mano che usciranno nuovi modelli più aggiornati vi terremo informati.
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Dott. Matteo Benevelli
da Matteo Benevelli | Mar 21, 2020 | Meteorologia
L’inverno 2019/20 è stato messo in archivio ed anche questa volta ha fatto registrare il triste record negativo di inverno più caldo di sempre. Per il nostro territorio è stato un duro colpo, perché l’assenza di neve in Montagna ha causato molti problemi alle attività legate al turismo, per non parlare della carenza di acqua che sicuramente avrà ripercussioni nel lungo periodo.
Anche quest’anno, però, è previsto un brusco colpo di coda dell’Inverno in piena primavera. Già da qualche giorno i modelli previsionali più accreditati prevedono uno spostamento dell’Alta Pressione verso il Baltico e l’est Europa. Questo genere di spostamenti favorisce sempre la possibile discesa di aria fredda di matrice continentale (dalle steppe Russe), con l’apertura della famosa “Porta della Bora” che farà soffiare forte il vento ripulendo la nostra Pianura inquinata dalle polveri sottili.
Qui sotto potete vedere lo schema di questo 1° attacco freddo di questa seconda metà di Marzo:

Se pensiamo a degli ingranaggi, la meccanica di questa colata di aria fredda è abbastanza semplice: immaginiamo le alte pressioni come giganteschi vortici che spirano in senso orario; al tempo stesso pensiamo alle basse pressioni come gorghi che ruotano in senso antiorario.
Fatte queste premesse la gigantesca alta pressione presente nel cuore dell’Europa richiamerà verso il Mediterraneo dell’aria fredda e secca dalle steppe russe, facilitate in questo “risucchio” dalle basse pressioni presenti nel bacino Mediterraneo tra Algeria e Turchia. Varcato l’ostacolo balcanico dei Monti Carpazi, la via preferenziale di tale discesa fredda sarà sicuramente quella di Trieste, ovvero la “Porta della Bora.
Quando succederà e cosa ci dobbiamo aspettare?
Questo primo attacco avverrà sul finire del fine settimana e primi giorni della settimana entrante, ovvero tra Domenica 22 e Lunedì 23 Marzo 2020.
Come si può notare dalla grafica, questa colata di aria fredda, incontrerà poche possibilità di caricare umidità (come laghi o mari), solamente quando arriverà sull’Adriatico riuscirà a caricare un po’ di acqua, ma sarà troppa poca per poter generare delle precipitazioni degne di questo nome. Pertanto avremo delle precipitazioni deboli o moderate e di carattere piovoso per via delle alte temperature presenti sul nostro territorio. Il vento da est, quindi, sarà freddo e piuttosto secco. Ciò si tradurrà in una compatta nuvolosità che coprirà tutta la nostra provincia per gran parte della giornata di Domenica, ma avara sotto l’aspetto delle precipitazioni. Il giorno successivo, invece, avremo un netto miglioramento con il ritorno del Sole, ma la nuova aria che è arrivata renderà pungenti le temperature che sul nostro Appennino scenderanno nuovamente sotto lo zero! Fresco anche il pomeriggio, con punte di 10°/11°C in Città contro i 22°C della settimana precedente.
Quanto durerà questa instabilità?
Pochi paragrafi fà vi abbiamo menzionato un 1° attacco freddo e ciò presagiva già al fatto che ne è atteso un 2°. Se i modelli verranno confermati (quando ci si sposta in là con le previsioni il condizionale è sempre d’obbligo), tra Mercoledì 25 e Giovedì 26 tornerà a farci visita una nuova perturbazione. Attenzione però! In questo caso avremo una configurazione del tutto nuova.
Qui sotto potete vedere lo schema di questo 2° attacco freddo:
Tutti i protagonisti del primo attacco slittano verso est con il passare dei giorni e sulla nostra Penisola transiterà la bassa pressione che in precedenza si trovava sull’Algeria richiamata dalla lacuna fredda alimentatasi con la discesa arrivata dalla “Porta della Bora”. Un secondo flusso d’aria fredda, questa volta, scenderà dall’Islanda verso il Mediterraneo attraverso la Francia richiamata dalla bassa pressione italica. La prima cosa che deve saltare all’occhio, è che questa volta i flussi d’aria fredda incontreranno molta acqua lungo il loro percorso, pertanto saranno molto probabilmente carichi di precipitazioni.
Cosa significa per il nostro territorio?
Beh… la prima discesa ha portato il freddo, la seconda porterà l’umidità. Va da sé che queste precipitazioni assumeranno quasi sicuramente un comportamento nevoso fino a quote molto basse. Ci sentiamo, quindi, di poter affermanre con discreta certezza che sul nostro Appennino tornerà la neve con accumuli che potrebbero raggiungere anche i 10 cm a Castelnovo né Monti (continuiamo ad usare il condizionale!!! Nei prossimi giorni saremo più precisi e tutto potrebbe cambiare). In Pianura dovrebbe piovere, ma qualche fiocco potrebbe presentarsi misto o comunque, anche in questo caso, preferiamo attendere i prossimi modelli previsionali che saranno più accurati e precisi.
Consigli pratici
Non facciamoci sorprendere dal freddo, ora che siamo tutti a casa cerchiamo di mettere al riparo le piante, poichè il calore di questi giorni ha favorito il loro risveglio ed uno shock termico sicuramente rischia di danneggiarle gravemente.
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Dott. Matteo Benevelli