da Matteo Benevelli | Mag 19, 2023 | Geologia, Meteorologia
🌊 Fiume Po – Parte 2🌊
Proseguiamo il discorso fatto nel nostro post di ieri, nel quale vi abbiamo spiegato per quale ragione il Grande Fiume non abbia minimamente risentito di quanto accaduto in Romagna e nel bolognese.
Le onde di Piena di Secchia e Panaro hanno raggiunto da poco il Po, ma anche il loro apporto non ha generato alcuna conseguenza. Da un lato perché il Panaro scarica prima e lo fa più a valle, e un po’ perché il Secchia impiega più tempo e sfocia molto a più a monte e distante rispetto al Panaro.
Vi abbiamo anche spiegato che il Po per dare segni di nervosismo necessita di precipitazioni che interessino il nord-ovest e non l’Emilia-Romagna.
Ed eccoci alle porte di una nuova perturbazione. I riflettori (a giusta ragione) sono puntati sulla Romagna che sta soffrendo di quanto accaduto e che impiegherà moltissimo tempo a riprendersi. Il terreno stesso impiegherà settimane o mesi per assestarsi e tornare in condizioni di normalità idro-geologica. Ma ovunque leggiamo del fatto che si tratterà di una perturbazione che in quelle zone avrà un impatto minore e più debole di quanto passato ad inizio mese e solo 2 giorni fa.
E quindi questa perturbazione cos’ha di particolare?
Questo impulso di pioggia vede un minimo depressionario collocato in un posto diverso rispetto all’Adriatico e per tale ragione avrà dinamiche e comportamenti completamente diversi.
Le piogge, infatti, interesseranno debolmente o moderatamente la nostra Regione, ma poi proseguiranno verso l’interno della Pianura Padana andando ad impattare contro le Alpi.
Un evento di Stau nel nord-ovest?
Esattamente, avremo un evento simile (per dinamica…) a quanto accaduto da noi. Molta pioggia cadrà sulle Alpi piemontesi con accumuli che potrebbero superare i 100/150 mm in diverse zone tra Torino e Cuneo.
Ci sono dei pericoli per noi?
Il fiume Po è estremamente basso, ma vi diamo questa notizia perché sicuramente si tratterà di qualcosa che potrebbe far salire il livello del Grande Fiume che attualmente soffre di carenza d’acqua.
Tuttavia non possiamo escludere del tutto ogni ipotesi, sarà necessario un lungo monitoraggio perché la perturbazione minaccia di interessare costantemente quella zona per ben 3 giorni interi con accumuli importanti.
Potrebbe succedere quello che abbiamo visto in Romagna?
Ci auguriamo proprio di no, il territorio è geologicamente molto diverso dalle nostre colline argillose ed impermeabili. Potrebbero verificarsi degli allagamenti, qualche crollo o frana, ma si tratterebbe di dinamiche con sviluppi molto diversi rispetto alla Romagna. Come detto in precedenza dovremo monitorare il tutto man mano che la perturbazione matura perché ormai molti manuali sono da riscrivere da capo.
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Dott. Matteo Benevelli
da Matteo Benevelli | Mar 28, 2023 | Ambiente
Scorrere scorre … ma siamo nell’ordine della peggior portata del fiume Po dopo quella dell’anno scorso.
Per il secondo anno consecutivo il Grande fiume scende sotto la sua portata minima storica, fissata a 453 metri cubi al secondo, facendo registrare solamente 426 metri cubi contro i tristissimi 374 metri cubi dell’anno scorso.

Una serie desolante che ci racconta di un inverno avaro ne nevicate sulle Alpi, così come sul nostro Appennino e avaro di piogge sebbene sia comunemente riconosciuta come una stagione siccitosa.
Non ci resta che sperare nell’aiuto delle piogge primaverili, ma ricordiamoci che le piogge scivolano verso il mare in poco tempo dalla loro caduta, mentre una lenta e graduale fusione della neve avrebbe rappresentato un approvvigionamento d’acqua più dilazionato nel tempo.
Insomma… gli scenari idrici di quest’estate non sembrano per niente buoni se qualcosa non dovesse cambiare.
Vedremo le correnti d’aria a livello globale cosa ci porteranno, lanciarsi in previsioni ora è inutile e troppo fantasioso.
Per il momento rigraziamo Tommaso Montorsi per questa fotografia che ci è servita da spunto per questa riflessione.
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Dott. Matteo Benevelli
da Matteo Benevelli | Lug 14, 2022 | Meteorologia
Inutile negarlo, la situazione in corso non è assolutamente migliorata più di tanto dal nostro ultimo bollettino emesso a Giugno.
Si sono verificate delle piogge sulle Alpi che hanno portato un pochino di acqua in più al Po, ma la situazione è ancora da “Bollino Rosso Fuoco”, con valori che sono stabilmente inferiori a quelli già terribili della stagione 2005/2006. Se la passa male anche il fiume Secchia che è prossimo all’essere fermo in alcune tratte, le piogge che nei giorni scorsi hanno interessato l’alta valle e la media valle hanno inciso poco sulla portata del fiume poiché violenti e di brevissima durata. Piogge del genere danneggiano il territorio e portano poco ristoro poiché il suolo arido necessita di più tempo per poterne assorbire una parte ed il suolo argilloso impermeabile non aiuta di certo.
Se la passa leggermente meglio il fiume Enza con un lieve sussulto dettato dalle piogge che nei giorni scorsi hanno interessato l’Appennino parmense e la zona reggiana tra Ventasso, Casarola e Alpe di Succiso.
Meglio non parlare dei torrenti che ancora vedono un po’ di acqua scorrere nei loro alti e medi corsi, per giungere secchi in prossimità delle loro foci.

Molti utenti ci chiedono di fare un raffronto con il terribile anno 2003, ma dimenticano che quello fu un anno terribile sotto l’aspetto delle temperature, che soprattutto nel mese di Luglio crearono non pochi problemi, specie in Francia dove morirono diverse persone. Sotto l’aspetto delle piogge non fu un anno avaro, specie ad inizio anno ed in primavera, ma anche nello stesso mese di Luglio si ebbero delle piogge con accumuli discreti. Se proprio dobbiamo trovare un anno horribilis basta fermarci al 2017, quando la disponibilità idrica fu del tutto simile a quella di oggi.
Il Bilancio Idroclimatico, che rappresenta in millilitri la differenza tra le precipitazioni e l’evapotraspirazione, è impietoso su tutta la Provincia di Reggio Emilia. Cromaticamente la situazione è leggermente migliore in Appennino in virtù di qualche pioggia in più e temperature meno importanti rispetto alla Pianura, ma siamo proprio a ridosso di quel “Rosso” che colora invece la Pianura.

Qualcosa potrebbe cambiare?
Non nel breve termine, i modelli attuali vedono salire in cattedra l’Anticiclone Africano che porterà tempo stabile su tutto il reggiano e temperature massime decisamente eccessive per il periodo. L’Estate 2022 rischia di candidarsi a peggior Estate di sempre. Questa ondata, però, avrà un moto molto oscillatorio e la speranza è che tra un picco e l’altro possa aprirsi qualche spiraglio di pioggia almeno per le zone appenniniche. Per quel che riguarda la portata del fiume Po, invece, si spera in qualche temporale Alpino anche se difficilmente saranno efficaci.
Non ci resta che stringere i denti ed aspettare tempi migliori poiché siamo in pieno Luglio ed è del tutto normale che non vi siano piogge degne di questo nome, come vedete da grafici solitamente si deve attendere la fine di Agosto per invertire la tendenza e rivedere le curve salire.
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Dott. Matteo Benevelli
da Matteo Benevelli | Mar 18, 2022 | Ambiente, Meteorologia
Da oltre un mese si parla del lungo periodo di Siccità che stà interessando il nord Italia e la nostra Provincia.
La pioggia latita da tanto e in questo 2022 si sono visti solo 3 giorni di pioggia sui 76 a calendario.
Gli accumuli medi sono quasi irrisori:
Pianura > 3+10+20 millimetri (33 mm da inizio anno)
Appennino > 15+20+30 millimetri (65 mm da inizio anno)
E’ di gran moda parlare di “record” e quasi sempre se ne parla in negativo. Ogni anno siamo abituati a sentirci dire che è stato l’anno più caldo, l’anno più secco, l’anno più siccitoso, … proviamo a fare un punto della situazione sulla nostra Provincia andando a ritroso nell’ultimo decennio.
Per fare questo ci basiamo sull’anno idrologico, ovvero, una serie di tempo che parte dall’1 di ottobre fino al 30 settembre dell’anno successivo.
Il record di anno peggiore sotto l’aspetto di piogge accumulate va al periodo 2011/12 che vedeva circa 11 mm di pioggia in meno in Appennino e circa 20 mm di pioggia in meno rispetto al periodo attuale 2021/22 che risulta però essere il secondo peggiore da 10 anni ad oggi.

In questo caso dobbiamo distinuguere il fiume Po dai nostri fiumi Appenninici poiché attingono le loro acque in bacini drasticamente diversi. Il fiume Po riceve le acque piovane di gran parte del nord Italia mentre i nostri fiumi solo dalla nostra provincia (e parte delle limitrofe).
Fatta questa doverosa specifica possiamo dirvi che il Po vive il suo periodo di maggior “secca” degli ultimi 10 anni. Il secondo anno peggiore per portata spetta al 2019 che vedeva poca più acqua di quanta ne vediamo oggi.
L’anno 2019, però, fu il peggiore per i nostri fiumi appenninici. Il fiume Secchia alla stazione di Lugo faceva registrare una portata inferiore rispetto a quella odierna, mentre il fiume Enza a Vetto faceva registrare un netto “0”.
Il bilancio idroclimatico rappresenta la differenza tra le precipitazioni e l’evapotraspirazione di riferimento espresse in millimetri (mm). L’evapotraspirazione è il fenomeno per il quale l’acqua, in forma di vapore, passa dal suolo all’atmosfera, direttamente (evaporazione) e attraverso le piante (traspirazione).
Secondo questa analisi possiamo dire che il bilancio peggiore dell’ultimo decennio spetta al periodo 2011/12 che tanto in Pianura quanto in Appennino viaggiava al di sotto del 2021/22 attuale che si guadagna il titolo di seconda peggiore serie siccitosa del decennio. Una menzione per la Pianura va fatta anche al periodo 2016/17 che vide a sua volta un periodo secco di poco migliore di quello attuale, salvo poi essere seguito da un 2017/18 ricco di precipitazioni.

Tirando le somme possiamo dire che il periodo attuale non è il peggiore, ma sicuramente non è motivo di gioia. La carenza di pioggia la pagheremo sicuramente quest’estate se non faranno presto ritorno delle precipitazioni efficaci. I prossimi giorni che ci accompagneranno verso Aprile non saranno dei migliori poiché avremo un lungo periodo di bel tempo stabile (se di bel tempo si può parlare quando abbiamo il Sole in un periodo di siccità), anche spingendoci in là con lo sguardo nel campo delle ipotesi non si vede una nuvola almeno fino all’ultima settimana del mese… andare oltre non ha alcun senso.
Non ci resta che portare pazienza e ribaltare un vecchio proverbio dicendo che: “Non potrà essere sereno per sempre”
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Dott. Matteo Benevelli
da Matteo Benevelli | Ott 22, 2019 | Geologia, Meteorologia
Purtroppo quanto vi avevamo prospettato nella nostra news precedente si è verificato. Il maltempo causato dalla rimonta di aria calda dal Nord Africa ha riversato enormi quantità di pioggia sulla Liguria ed il Piemonte lasciando dietro di sé un morto ed una quantità incalcolabile di danni alle infrastrutture ed alle abitazioni private.
Il nostro Crinale ha avuto un ruolo fondamentale in questo evento, da un lato è stato benefico per il nostro territorio bloccando come un muro i flussi instabili e le piogge, dall’altro è stato questo muro ad amplificare il disastro sfogatosi su Liguria e Piemonte. In alcune zone dell’Alessandrino sono caduti oltre 250 mm di pioggia in 6 ore, con picchi di 60-80 mm in un’ora. Sul nord del Piemonte, in 6 ore il Lago Maggiore è cresciuto di 15 centimetri, il lago d’Orta di 6 cm.

Territorio reggiano ancora una volta incolume, quindi, ma non del tutto al riparo dai possibili effetti collaterali di eventi come questi. Quando cadono quantità enormi di pioggia su vasta scala nel Nord-Ovest, queste defluendo non posssono che confluire nel grande fiume Po e la nostra provincia si trova sul percorso di questo grande “canale di scolo” delle piogge che cadono su Aosta, Piemonte e Lombardia.

Premessa: non è nostra intenzione mettere in apprensione nessuno, il tratto del fiume Po che attraversa il reggiano è decisamente ampio e capiente, pertanto non ci aspettiamo criticità particolari, ma sicuramente sarà qualcosa da tenere sotto osservazione.
Attualmente il Po è in crescita nelle sezioni che si avvicinano all’Emilia-Romagna ed anche a Boretto il livello del fiume sta iniziando a salire.
Come anticipato il fiume Po è estremamente basso e pertanto in grado di ricevere molta acqua dal Nord-Ovest, ma nelle prossime ore vi terremo aggiornati, poichè alcune zone di golena potrebbero essere interessate da questo lento ed inesorabile aumento di livello dell’acqua.

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