L’immagine in questione ci mostra l’evoluzione di un Cumulo congesto poco prima del passaggio a Cumulonembo (avventuo 15 minuti più tardi). In questa immagine si vede una vera e propria nube isolata che rovescia sotto di sè un enorme quantitativo di pioggia lungo la via Emilia il 25 luglio scorso. Pochi minuti più tardi evolverà in un Cumulonembo che ha comportato piogge ancora più violente sulla città di Modena.
Ma passiamo alla spiegazione di ciò che avviene nell’immagine.
Nell’arco della giornata il calore del Sole si è immagazzinato nel suolo riscaldando tantissimo lo strato d’aria più basso.
Il calore con il passare delle ore è aumentato ed ha iniziato a risalire la colonna d’aria presente sulla nostra Pianura. Questa colonna di aria calda ed umida appena arriva a contatto con uno strato d’aria più freddo e secco inizia a condensare manifestandosi come nuvola bianca che cresce come “panna montata”, questa è composta da micro goccioline di acqua.
L’aria calda (più leggera), circondata da aria più fredda (più pesante), continua a salire di quota facendo crescere di volume la nube.
A questo punto possono succedere due cose:
1 – Salendo, l’aria calda, gradualmente si raffredda fino all’equilibrio con quella esterna fermando lo sviluppo della nuvola che a questo punto rimarrà un Cumulo congesto.
2 – Le spinte ascensionali sono talmente potenti che l’aria calda (leggera) continua a salire perchè circondata da aria molto più fredda fino a raggiungere la Tropopausa (lo strato d’aria che separa la Troposfera dalla Stratosfera, punto in cui l’aria salendo non continua a raffreddarsi, ma al contrario le temperature crescono bruscamente). A questo punto la nube si esapanderà come un’incudine e sarà alta 9.000 metri circa ed avremo un Cumulonembo.
La nube di questa immagine seguirà il secondo caso, ma qualche decina di minuti più tardi.
Perchè nella nostra immagine piove fortissimo?
Le goccioline liquide scontrandosi tra loro si uniscono e crescono di volume. Spinte dal vento ascensionale salgono di quota ghiacciando per via delle temperature molto sotto lo zero termico presenti in alta quota. Divenuti cristalli pesanti iniziano a precipitare subendo trasformazioni continue, da ghiaccio a neve a pioggia man mano che le temperature salgono durante la caduta. In questo momento le goccie possono fondersi e crescere più e più volte fino a quando non raggiungeranno il peso “critico” che le farà cadere definitivamente verso il suolo.
Questa cascata di pioggia, poi, trascina con sé anche l’aria fredda presente in quota generando un forte vento che anticipa l’acquazzone e che raffredda di molto le temperature al suolo (il vento pre-frontale).
Questa, a grandi linee, è la lettura dell’immagine che vi abbiamo proposto. Ci auguriamo di aver espresso chiaramente un meccanismo meteorologico difficile da spiegare senza l’utilizzo di terminologie specifiche. Se avete ulteriori domande da porci non esitate a farlo.