Il colpo di coda del freddo arrivato nel fine settimana scorso con grandi quantitativi di neve che si sono accumulati al suolo già a 200 metri di quota (a Ciano d’Enza come da immagine), è ormai alle spalle e lentamente le temperature provano a riportarsi su valori più consoni a Maggio ed al periodo di metà primavera.
L’accumulo di neve è stato importante, con circa 50 cm di spessore in Montagna creando qualche disagio, specie per la rottura di molti rami ed alberi dovuti al grande peso di questa neve tardiva che si è dimostrata molto “bagnata” com’era lecito aspettarsi. Era dal lontano 1957 che non si vedeva un evento del genere a maggio e questo evento lascierà sicuramente il segno negli annali di meteorologia locale.
Finito questo evento “storico”, ci sentiamo di dover fare i complimenti al nostro pubblico che ci ha seguito con grande serietà e professionalità per tutto il fine settimana, un pubblico che sui social è cresciuto esponenzialmente e ci ha fatto superare i 5.700 follower. Ci avete mandato molto materiale, fatto segnalazioni, fatto domande, ci avete stimolato ad impegnarci sempre di più… e soprattutto grazie perchè nessuno di voi 5.700 utenti ha fatto un solo commento sconnesso tra il grande freddo in atto ed il surriscaldamento globale.
Molti nostri colleghi in queste ore stanno correndo ai ripari con articoli mirati a rispondere ai loro utenti che ridicolizzano il Global Warming per via della neve tardiva e del freddo presente sul nostro territorio.
Se realmente il Global Warming esiste per quale motivo a maggio nevica?
Il problema di tale “frettoloso” ragionamento è dovuto al fatto che in pochi distinguono la differenza tra un evento locale ed un evento globale. Sarebbe un po’ come sostenere che chi si reca allo stadio lo fa per prendere un caffè nel bar della curva. Poi, ovviamente, c’è anche una componente di pubblico in malafede che volutamente vuol creare confusione in chi, invece, si vuole informare seriamente.
Effettivamente la sfuriata “artica” di domenica 5 maggio è stata un’ondata d’aria fredda improvvisa ed assolutamente in controtendenza con la stagione in corso. Tuttavia si è trattato di un evento “locale” seppure in scala molto grande e che ha interessato buona parte dell’Europa centrale e mediterranea. Tale discesa fredda, ampliando il nostro zoom, è stata innescata da un riscaldamento prorompente formatosi sulla Groenlandia, l’Artico e la Sibera, che ha letteralmente scalzato il freddo dalle regioni artiche facendolo scendere verso l’Italia. Freddo in Italia, si, ma anche molto caldo in regioni che per tradizione sono fredde… il bilancio termico a livello “globale”, purtroppo, è ancora di +0,7°C ed il bilancio si aggrava ulteriormente se la regione che vogliamo prendere in esame è il solo emisfero nord (dove ci troviamo noi) con +0,9°C. Le regioni artiche fanno registrare un terribile +2,8°C a confermare che il solo freddo italiano non è tale da compensare il riscaldamento che stà avvenendo su scala mondiale.
Purtroppo questi sono gli ultimi anni in cui possiamo fare qualcosa per intervenire e contenere i danni del riscaldamento globale, l’IPCC (Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico) che è il principale organismo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici ha stabilito che non ci restano più di 30 anni, dopo di chè il danno innescherà effetti collaterali irreversibili.
Negare il Riscaldamento Globale, quindi, è qualcosa di irresponsabile e preoccupantemente pericoloso!
Per questo motivo ci siamo sentiti in dovere di ringraziarvi, perchè siamo fieri di poter dire che il nostro pubblico è maturo e responsabile, seguendo gli eventi meteorologici della nostra provincia con interesse e serietà.
5.700 volte grazie a tutti gli utenti dei nostri social più tutti coloro che ci seguono su Instagram e su questo sito.
WWW.METEOREGGIO.IT
Lo Staff
Carissimi amici di Meteo Reggio, gentilmente sono a chiedervi la vostra opinione di esperti. Ho un dubbio che mi “tormenta”un po’, D’accordo sul cambiamento climatico in corso e i danni che comporta. Chi lo nega, nega l’evidenza.Penso però che questi cambiamenti, nei secoli ci siano sempre stati, penso alla Groenlandia (terra verde). E quello che è già avvenuto mi preoccupa leggermente meno, rispetto all’alterazione ambientale, dovuta all’inquinamento che purtroppo non riusciamo a controllare: temo che questa corsa patologica,irresponsabile,autodistruttiva e spesso impunita. Tenendo conto dell’avidità umana, sia irreversibile. Spero con tutto il cuore di sbagliarmi… soprattutto per le nuove generazioni che oltre al cambiamento climatico e le sue conseguenze, dovranno affrontare anche questa nuova (piaga). Grazie mille e complimenti per il vostro utilissimo lavoro. Enrico Ganassi
Buongiorno Sig. Ganassi,
in effetti di cambiamenti climatici nel corso della storia del nostro pianeta ce ne sono stati molti, per i motivi più disparati e molto prima della comparsa dell’uomo.
In tal caso, però, assistiamo ad un cambiamento climatico estremamente veloce e repentino. Un cambiamento climatico che seguendo una scala quasi logaritmica accelera ad una velocità preoccupante. Tutti i cambiamenti del passato avvenivano in millenni e non in decine di anni, una scala temporale drammaticamente sproporzionata.
Basti pensare che una sola generazione è stata in grado di essere testimone di tutto ciò… ed è la nostra.
L’inquinamento antropico, quindi, è quindi l’innesco di “questo” cambiamento in atto e si tratta di una cosa innegabile visti i numerosi studi scientifici condotti negli anni ed i risultati ottenuti.
L’inquinamento deve preoccuparci ed è una problematica che andrà risolta nel breve termine se non vogliamo innescare un ciclo di eventi irreversibili. Anche se avessimo una bacchetta magica per eliminarlo del tutto dal giorno alla notte, purtroppo, non risolveremmo il problema da subito poichè il nostro pianeta continuerebbe a riscaldarsi ugualmente per almeno 50 anni, esattamente come accade per un frono che una volta spento continua la cottura delle pietanze se non viene aperto.
Per tale motivo temiamo già che le nuove generazioni, purtroppo, dovranno realmente scontrarsi con questo cambiamento (o piaga come giustamente lo definisce lei).
Dobbiamo evolverci in fretta per far fronte a tutto questo e dobbiamo subito fare qualcosa per limitare i danni.
Nel nostro piccolo cerchiamo di fare più informazione e divulgazione possibile, ma chi prende le decisioni dev’essere intimato a farlo dal popolo votante che li elegge proprio per migliorare la propria vita.