Metà del nostro pianeta è alle prese con incendi, l’altra metà lo ignora…
In questi giorni si è fatto un grande parlare del disastro che stà affliggendo la Russia, un disastro di proporzioni immense, un disastro che è ben lontano dall’essere risolto e non c’è intervento esterno che possa in qualche modo fermare un focolaio di tale estensione.
L’unica speranza?
Probabilmente la Natura stessa, la Natura che con le sue piogge in larga scala potrebbe arginare ed estinguere questo disastro.
Sono previste piogge in Russia?
No… o almeno quel genere di pioggia solitamente si presenta al cambio di stagione, quindi ad ottobre.
Quindi gli incendi in Russia potrebbero durare ancora due mesi?!?
Purtroppo è uno scenario probabile, perchè il fronte è talmente esteso che l’acqua dei pochi mezzi antincendio non riesce ad andare più veloce della crescita del fronte infuocato.
I focolai purtroppo si trovano spesso in zone remote non raggiunte da alcuna via di comunicazione e pertanto irraggiungibili da uomini e mezzi.
Nel frattempo il fumo sprigionato da questo incendio (per la precisione i focolari sono centinaia, ma per semplicità lo descriveremo come un unico evento), ha già viaggiato per migliaia di chilometri verso est arrivando all’oceano e spingendosi addirittura in Alaska dove per la prima volta sono stati registrati dai termometri di Anchorage 34°C!
Impressionante anche l’emissione di gas inquinanti nell’aria e soprattutto di gas climalteranti come anidride carbonica e monossido di carbonio. Gas che nei mesi e probabilmente anni a venire avranno un impatto rilevante sul clima del nostro pianeta. Le ceneri stesse oscureranno il cielo e molto probabilmente si parte si depositeranno sui ghiacci artici accelerandone ulteriormente lo scioglimento.
Abbiamo percaso fatto accenno alle caratteristiche del territorio siberiano?
Il suolo siberiano è soprattutto torboso, uno strato spugnoso solitamente intriso di acqua e composto da radici e composti organici che una volta seccati diventano un ottimo carburante per le stufe poichè facilmente incendiabile.
Solitamente sotto questo primo strato di torba è presente il Permafrost, ovvero una zona di suolo ghiacciato nel quale è imprigionata acqua ghiacciata ed altre sostanze organiche decomposte migliaia di anni fa.
Il calore degli incendi e più in generale del surriscaldamento globale ne stanno favorendo lo scioglimento, con il disastroso effetto che con lo scioglimento si liberano nell’atmosfera tonnellate di metano. Il metano è 30 volte più dannoso dell’andidride carbonica.
Insomma, questo racconto inizia a divetare poco digeribile ed angosciante, ma ci preme farvi capire come tutto nel nostro piccolo pianeta sia collegato… TUTTO!
“Ad ogni azione corrisponde una reazione”
Uno scenario decisamente poco confortante, uno scenario che rende ancora più grave il monito lanciato dalla Commissione dell’ONU per il clima due giorni fa.
All’inizio di questo articolo vi abbiamo accennato di mezzo pianeta in fiamme… già… perchè in questo momento non sta bruciando solamente la Russia, ma fronti anche peggiori sono attivi in Africa ed in Amazzonia dove vastissime aree di foresta tropicale sono in fiamme. Altre migliaia di ettari di foreste che in poche ore riemettono nell’aria tonnellate e tonnellate di anidride carbonica che gli alberi avevano immagazzinato nei propri tronchi con la fotosintesi clorofilliana.
In Italia va meglio?
Ironia della sorte vuole che in 24 ore abbiamo visto bruciare due grandi capannoni contenenti sostanze plastiche nella nostra Regione. Il primo ci tocca da vicino perchè è avvenuto a Bibbiano, il secondo è tutt’ora in atto nel faentino e preoccupa molto per la possibile emissione di diossina nei dintorni.
Se volete approfondire quanto accade a Faenza vi rimandiamo alla pagina dei nostri colleghi del Centro Meteo Emilia Romagna che da ieri segue di ora in ora gli sviluppi del rogo.
Tiriamo un po’ di somme?
In queste ore stiamo perdendo una vasta fetta dei polmoni verdi che ci riformiscono di ossigeno liberandoci della pesante anidride carbonica. Questi polmoni non potranno rigenerarsi prima di qualche decennio. Tutto questo mentre il nostro pianeta mese dopo mese fa registrare sempre più record di caldo estremo.
Non c’è più tempo… dobbiamo intervenire!
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Dott. Matteo Benevelli