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1951 – 14 Novembre

Un giorno terribile che gli abitanti della Bassa conoscono benissimo. Il giorno della grande alluvione del Po, raccontanto anche nel famoso film “Il ritorno di Don Camillo”.

In quel giorno cedette l’argine del Crostolo nelle vicinanze dell’impianto idrovoro il Torrione. Un sormonto dovuto ad un avvallamento dell’argine sinistro (c’è chi parla di un taglio voluto, chi di un cingoli arrivato da Reggio per sistemare l’argine che si fermò poco prima dell’imbrunire per tornare verso la città proprio in quel punto, … ma le leggende e le speculazioni si sprecano a riguardo), e da quel lieve abbassamento tutto iniziò.

L’acqua irruppe nelle campagne allagando Gualtieri, Boretto, Brescello, Santa Vittoria, Meletole, Fodico ed arrivò fino a Poviglio.
Giorni e giorni di acqua stagnante come visto recentemente per la Romagna e mesi perché le terre tornassero asciutte.

Una triste storia di cronaca delle nostre terre, ma anche peggiore per la zona di Rovigo dove gli effetti furono ben peggiori. Un’alluvione avvenuta poco dopo le 3 di notte che raggiunse il metro e mezzo di altezza in piazza a Gualtieri.

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… Siamo verso mezzanotte, ed ecco all’improvviso irrompere il tocco delle campane delle torri di Gualtieri, Guastalla, S. Rocco, S. Vittoria : al loro martellare ci sentiamo raggelare il sangue e rimaniamo come instupiditi e impotenti. Allora veramente comprendiamo il dramma che sta per essere consumato e misuriamo la nostra pochezza e inutilità!…

…”L’acqua ora precipita verso il piano campagna e comincia a sfaldare la base esterna della “spalla” dell’argine. Infatti, verso le ore 0.30 si sente inconfondibile il primo sordo tonfo di una grossa fetta di argine ch si stacca… e se ne va.
A distanza quasi ritmica partono le fette d’argine, come se un gigante con un enorme scimitarra si divertisse a menare grossi fendenti sul dorso dell’argine e staccarne le parti”…
…”Verso le 3 il traffico sulla Statale 63 si fa intenso e frenetico.
Sciabolate di luci fendono le ombre della notte: sono i bagagli dei fanali delle centinaia di autocarri che vanno e vengono e che entrano ed escono dalle “spianate” della case coloniche per porre in slavo il bestiame, arriva a noi anche il gracchiare meccanico dei clacson.”…
…”Verso le tre e mezzo un cupo grosso tonfo: quasi tutta la spalla esterna dell’argine, sfaldata dall’erosione dell’acqua, parte: una fetta ci circa 50 metri di lunghezza.
Ora veramente ci rendiamo conto del pericolo che ci sovrasta!
E’ la vita che è in gioco! Altro che… metterci… a tagliare l’argine, come diranno il giorno dopo le voci ignare e incredibili!!!”…
…”Raccogliamo i nostri stracci e le nostre armi e ci avviamo verso casa, pensando affranti a cosa accadrà tra pochi minuti o poche ore. Arriviamo press’a poco all’altezza della Possessione Benaglia (prossima alla Terza) ed ecco… siamo raggiunti da un grande boato..: tutti comprendiamo cosa sia accaduto, mentre trasaliamo. Un lembo del nostro cuore se ne è andato. Uno di noi borbotta in un sommesso dialetto: ”Ragass..l’arsen l’è partì!.”

(tratto da “La storica, tremenda alluvione del 1951” di Bruno Gobbi)

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Dott. Matteo Benevelli