Oggi vi mostriamo uno scatto estremamente suggestivo e che racconta molto del nostro territorio.

Potremmo usare questa meravigliosa immagine antropomorfa catturata da Gianna Casella per parlarvi della Pietra di Bismantova da un punto di vista insolito e invece …

Vi parleremo del perché noi reggiani siamo etichettati come “teste quadre” dai nostri vicini di casa.

Il nostro discorso potrebbe aver vita corta se partiamo dal principio che questo modo di dire si è perso nei tempi e nei secoli. Ma è curioso come scrittori, filosofi e antropologi abbiano impiegato il loro tempo e dedicato ricerche per scoprirlo.

Ma già il fatto che sia Parma che Modena si scontrino per attribuirsi il merito, lascia trasparire una certo senso di inferiorità da parte loro.

(Ovviamente fatti e riferimenti a persone o cose sono puramente casuali e tutto ciò che scriveremo ha il solo scopo di alimentare questo sano “campanilismo” all’italiana che permea il nostro territorio)

Se vogliamo parlare di forma “geometrica” del cranio, va specificato che sono stati compiuti studi approfonditi che vanno a scavare nelle radici delle popolazioni emiliane che si sono assecondate nei secoli. E nella distinzione tra Dolicocefali (cranio ovale allungato) e Brachicefali (cranio largo).
I territori parmensi e modenesi risentirono maggiormente della presenza degli Etruschi, stirpe nobile e raffinata arrivata dal centro Italia. Nel reggiano, invece, troviamo insediamenti celtici dei Galli Boi che avevano una conformazione più Brachicefala e un comportamento barbaro e rozzo.

Se parliamo di retaggio culturale:
– sulla riva sinistra dell’Enza si attribuisce l’appellativo “Testa Quadra” ai reggiani dal 1.700 in poi e lo si fa in diversi contesti. Ovviamente lo si faceva con senso dispregiativo e lo si tirava in ballo ogni volta che una critica veniva mossa dall’una all’altra parte. Vi sono molte leggende metropolitane che trattano l’argomento e ciò concorre nel rendere più fumosa l’attribuzione parmense di questo modo di dire.

– sulla riva destra del Secchia, invece, troviamo la fonte più antica e accreditata. La colpa potrebbe essere di Alessandro Tassoni e della sua famosissima opera “La secchia rapita”, scritta tra il 1614-1617. Un’opera eroicomica che si faceva burla, dal punto di vista modenese, di reggiani e bolognesi.

Il tutto compare nell’episodio (canto IV, 65-66) in cui si narra che i Reggiani, assediati nel forte di Rubiera dai Modenesi, Ferraresi e Mantovani, alla fine si arresero e, sconfitti e denutriti, furono costretti all’umiliazione di passare a capo chino sotto l’asta della picca del dio Marte.

Le “violente percosse”, ovvero i “colpi tremendi” inflitti in quell’occasione ai poveri abitanti di Reggio Emilia, avrebbero radicalmente cambiato la loro immagine, trasformando le loro solitamente rotonde teste (che metaforicamente potevano essere considerate “sciocche, rozze e ignoranti”) in teste quadre (che, sempre metaforicamente, potevano essere associate a “saggezza e buon senso”). Questo curioso evento sarebbe rimasto impresso nella memoria dei posteri, in particolare nei cuori dei nostri cari vicini di casa, i confinanti di Modena e Parma.

Ai giorni nostri il tutto si stava perdendo, se non fosse che l’accesa rivalità calcistica degli anni ’90 ha spinto orde di tifosi sfegatati a compiere un sacco di ricerche per riaccendere il nostro antico campanilismo della via Emilia.
Parma VS Reggio, Reggio VS Modena, Modena VS Bologna, …………….

Insomma… il quadro si fa meno fumoso, la fonte più attendibile è quella modenese del Tassoni, ma …

Si è messa di mezzo la “Treccani” che ha dato una valutazione definitiva del modo di dire “Testa Quadra”, ovvero:
□ testa quadra (o quadrata) [persona equilibrata, che ragiona molto e sim.] ↔ contrario: pazzoide, scriteriato, spostato, squilibrato, svitato.

Per buona pace dei “rosiconi” (Nocioni e Bagoloni) che vivono fuori dalla magica lingua di terra tra Secchia ed Enza, noi reggiani siamo persone equilibrate e che ragionano molto.

Speriamo di aver fatto un po’ di chiarezza e fatto sorridere un po’ tutti … sia a sinistra dell’Enza che a destra del Secchia.

WWW.METEOREGGIO.IT
Dott. Matteo Benevelli