Sugli organi di stampa di tutto il Mondo l’attenzione è sull’evento sismico accaduto nella tarda serata di ieri in Marocco. Una terribile scossa che ha gettato nel panico diversi villaggi e la città di Marrakech.
Magnitudo 6.8 con una profondità di “soli” 9,8 Km in una zona dal suolo prevalentemente roccioso, quindi, esposto all’energia del sisma che amplifica la sua azione distruttiva sugli edifici. Edifici che sicuramente non hanno criteri antisisma in grado di resistere ad un quantitativo di energia del genere.
Le stime più recenti parlano di 1.037 morti, ma questo numero è ampiamente provvisorio. I villaggi tra le gole impervie dell’Alto Atlante verranno raggiunti solo nei prossimi giorni e il dato definitivo potrebbe essere sensibilmente maggiore.
Era prevedibile un evento del genere?
Ovviamente no, nessuno può prevedere un terremoto; tuttavia, la zona interessata non deve sorprendere più di tanto. Una catena montuosa che tocca i 4.000 metri non nasce dal mattino alla sera e il nostro Appennino insegna.
Come mai quella zona?
L’Atlante è un sistema montuoso di 2.500 chilometri di estensione, dalle coste atlantiche marocchine di Agadir, fino a quelle mediterranee della Tunisia in fronte al canale di Sicilia.
L’innalzamento della catena montuosa dell’Atlante ricalca per meccanica la stessa del nostro Appennino e delle Alpi. Stiamo parlando dello scontro tra placca africana e placca indoeuropea, un evento iniziato nel paleozoico 300 milioni di anni fa con l’innalzamento dell’Anti Atlante e che ancora è in corso.
Quindi esistono delle faglie come quelle che si trovano sotto il nostro Appennino?
Esattamente, lungo tutta la sua lunghezza abbiamo diversi sistemi di faglie e i terremoti non sono per niente rari. Una scossa come quella avvertita ieri sera è probabilmente uno di quegli eventi che si presentano solo dopo secoli di tempo, come per il nostro sisma dell’Emilia, ma quando si manifestano lo fanno con una forza devastante. Soprattutto in questo caso, perché in Marocco non abbiamo un “cuscinetto” di detriti alluvionali a fare da ammortizzatore nella propagazione delle onde nel suolo. Per non parlare dell’energia che è di gran lunga maggiore rispetto a quanto accaduto in Emilia. Sarebbe più corretto paragonare questo sisma a quello avvenuto in Irpinia il 23 novembre 1980, quando si manifestò una scossa di magnitudo 6.9 alla medesima profondità di 10 Km causando 2.914 morti.
Innalzare una catena montuosa di 4.000 metri richiede un enorme quantitativo di energia. L’Alto Atlante è una delle uniche zone del continente africano dove nevica periodicamente e copiosamente. Durante le ere glaciali, l’Alto Atlante era coperto da ghiacciai che hanno scavato valli glaciali e formati laghi. Le tracce di queste attività glaciali possono ancora essere osservate in alcune parti della catena montuosa.
La violenta dinamica di questi scontri si può leggere nelle tormentate pareti rocciose delle montagne che mostrano ampie pieghe rocciose rivolte su loro stesse ed erose dagli agenti atmosferici e i fiumi che sinuosamente scendono a valle tra gole, canyon e grandi cascate.
Stiamo parlando di zone frequentate da diversi turisti, che soprattutto in inverno percorrono quelle zone per raggiungere, da Marrakech, le dune del deserto del Sahara più a sud.
Zone ricche di fossili e minerali che vengono ampiamente commercializzati dagli abitanti locali.
WWW.METEOREGGIO.IT
Dott. Matteo Benevelli