Il termine “blocco a omega“, o semplicemente “blocco omega“, è utilizzato in meteorologia per descrivere una particolare configurazione dell’alta pressione atmosferica che assomiglia alla lettera greca omega (Ω) quando viene tracciata sulla mappa meteorologica. Questo schema meteorologico è caratterizzato da un’area di alta pressione che forma una figura a forma di Ω, con una cresta di alta pressione al centro e due aree di bassa pressione ai lati, spesso estese verso est e ovest.

Ecco alcune caratteristiche chiave del blocco omega:

  • Alta Pressione Centrale: Al centro del blocco omega, c’è un’area di alta pressione atmosferica. Questa zona è associata a condizioni meteorologiche stabili, con tempo generalmente soleggiato e asciutto.
  • Basse Pressioni ai Lati: Ai lati del blocco omega, ci sono aree di bassa pressione atmosferica. Queste zone di bassa pressione tendono a essere associate a condizioni meteorologiche più instabili, con possibili precipitazioni, nuvole e instabilità atmosferica.
  • Stagnazione: Il termine “blocco” è appropriato perché questa configurazione può portare a un’atmosfera stazionaria o semistazionaria. Le condizioni meteorologiche possono rimanere relativamente immutate per un periodo prolungato, con il tempo che persiste per giorni o settimane.
  • Effetti Meteorologici: I blocchi omega possono avere un impatto significativo sul tempo locale e regionale. Quando l’alta pressione domina, si verificano condizioni più secche e calme. D’altra parte, le zone di bassa pressione ai lati possono portare a precipitazioni prolungate e fenomeni meteorologici instabili.
  • Durata Variabile: La durata di un blocco omega può variare notevolmente. Alcuni blocchi possono durare solo pochi giorni, mentre altri possono persistere per settimane, influenzando le condizioni meteorologiche a lungo termine.

In questa immagine satellitare del 05 settembre 2023 vediamo un chiaro esempio di “Blocco ad Omega“. Nel cuore dell’Europa, infatti, abbiamo una potente alta pressione delle Azzorre che viene stretta ai lati da due forti cicloni. Uno posizionato al largo delle coste del Portogallo ed un secondo di nome “Daniel” che si trova sulla Grecia.
Questo schema ha comportato allagamenti e danni ingenti sulla Spagna (evento tipico di quelle zone con l’appellativo di “Dana“) e flussi di aria fresca di Bora sulla penisola italiana. Le forti correnti d’aria, poi, hanno generato una rimota di calore dall’Africa che ha invaso la Francia e raggiunto le isola britanniche. In fine, una risalita importante di una nuvola di sabbia del Sahara che ha superato l’Irlanda.

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 Dott. Matteo Benevelli