Una insolita “ritornante da est” ha fatto il suo arrivo sulla nostra Provincia.
Con eventi del genere ci si aspetterebbe delle precipitazioni continue ed estremamente abbondanti sul nostro Appennino, dove inevitabilmente si accumulano nubi su nubi con forti piogge.
E invece il nostro Appennino ha visto precipitazioni scarse e molto al di sotto delle aspettative.
Al contrario, in Pianura, abbiamo avuto delle piogge molto copiose con acquazzoni vivaci e vento che soffiava da occidente anziché da nord-est.
Ma cos’è successo?
Il ciclone Rea ha preso posizione vicino al delta del Po come da programma. Nella notte e primissime ore dell’alba il vortice girava giusto sulla nostra testa. Ma qualcosa stava avvenendo oltre le Alpi. Una forte corrente di aria fredda si scontrava frontalmente con il muro alpino ed ha trovato il modo di attraversarlo per mezzo delle valli svizzere del Canton Ticino.
Un vento di caduta, quindi, un vento di Favonio (o Fohn che dir si voglia) che si è lanciato in una Pianura Padana fredda e umida. Questo slancio è stato senza ombra di dubbio favorito dal ciclone Rea che ruotava velocemente su se stesso in verso antiorario.
Uno scontro in piena regola. Una parte del vento di Favonio ha preso la via Emilia, mentre l’altra parte ha preferito la strada lunga che lo porterà nel Golfo di Liguria.
La corrente che è scesa lungo la via Emilia e la Pedecollinare è andata ad interferire con la ritornante da est del ciclone Rea arrestandone la corsa.
Per tale ragione le piogge si sono accumulate a nord della via Emilia, mentre il nostro Appennino è rimasto all’asciutto.
Proprio ieri vi avevamo descritto al normale dinamica di un Ciclone atlantico che si forma al largo della Liguria e si sposta verso l’alto Adriatico.
E oggi vi raccontiamo di una delle tante “variabili” che possono rimescolare le carte in tavola. Un capriccio meteorologico che rende ancora più imprevedibile il prevedibile.
L’allerta meteo in vigore oggi, con il senno di poi, può sembrare eccessiva, ma se il vento di Favonio non si fosse messo di mezzo, vi racconteremmo tutt’altra storia.
Insomma: la nostra Provincia si riconferma una volta di più una “palestra meteorologica”.
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Dott. Matteo Benevelli