Approfittiamo di ciò che sta accadendo per fare un breve ripasso sul cosa significhi avere a che fare con un ciclone di origine atlantica che si forma davanti alle coste della Liguria.
E’ una meccanica con cui abbiamo a che fare abbastanza spesso e che è governato da poche regole base che si ripetono nel tempo. Per tale ragione cerchiamo di capirne i segreti per meglio conoscere questo fenomeno che spesso e volentieri viene “gonfiato” al limite del terrore dai soliti media in cerca di contatti (capiamoci… eventi del genere possono realmente causare disastri o vittime, ma meno di frequente rispetto alla loro formazione).
1° Step
Quando dall’Atlantico entra un flusso veloce di aria fredda (e i flussi di aria fredda sono molto più veloci di quelli caldi), si genera un vuoto (come ci insegnava il reggianissimo Giovanni Battista Venturi da Bibbiano tra la fine del ‘700 e primi dell’800). Questa bassa pressione nell’emisfero nord del nostro Pianeta ruota in senso antiorario e genera un vero e proprio vortice.
L’acqua del mare calda e ricca di vapore acqueo dovuta all’evaporazione, arricchisce di energia e umidità questo vortice. In questa fase si formano i temuti temporali che dal mare si spingono verso la costa.
Sulla costa si formano mareggiate importanti a causa del vento al suolo mentre nell’aria crescono i Cumulonembi.
I temporali si sfogano sulle pendici dell’Appennino e i corsi d’acqua inevitabilmente si ingrossano con un aumento dell’erosione che causa dissesto idrogeologico. Al suolo il vento può far cadere alberi, causare trombe d’aria marine ed erosione della costa con le onde del mare ingrossato.
(Posizione B1 della Bassa pressione nella nostra grafica)
In Emilia-Romagna vediamo fulminazioni importanti dietro il Crinale. Se le correnti d’aria dal versante ligure-toscano sono sufficientemente forti, i temporali varcano le Montagne dove queste sono più basse. Nel reggiano abbiamo un “doppio crinale” diviso dalla valle dell’Ozola che per forma e altezza rappresenta un muro più efficace del resto dell’Appennino emiliano. Per tale ragione i temporali preferiscono passare dal piacentino/parmense o dal modenese.
Quando queste correnti raggiungono le valli o la Pianura possono generare temporali molto intensi con celle grandinigene, specie se le temperature oltre il Crinale sono molto alte.
I cicloni, però, non restano mai fermi. Gradualmente e lentamente scivolano verso est spinti dalle correnti dominanti che nel nostro emisfero e alla nostra latitudine spingono questi giganti.
Quando si trovano ad attraversare la terra ferma perdono la loro fonte d’alimentazione principale (il mare caldo con la sua evaporazione). Ma il mare Adriatico è poco distante e, quando lo raggiunge, il Ciclone si ripresenta con nuove energie.
2° Step
A questo punto la rotazione in senso antiorario riprende davanti alle coste della Romagna e delle Marche. Nuove correnti ruotando attorno al perno del Ciclone scagliano umidità dentro la Pianura Padana da nord-est (in gergo viene chiamata “ritornante da est“). Ancora una volta un ruolo cruciale lo gioca l’Appennino a ruoli invertiti. Se nel primo step ci riparava, nel secondo step ferma le correnti d’aria e favorisce un accumulo di nubi a sud della via Emilia. L’aria salendo di quota diventa meno densa e permette al vapore di condensare in nuvole causando forti piogge.
In questo caso piogge molto più continue e costanti rispetto al primo step, che possono ingrossare i corsi d’acqua, causare forte erosione e dissesto idrogeologico. I temporali sono meno frequenti, in questa fase, ma in piena estate possono portare anche qualche evento grandinigeno all’arrivo del primo fronte.
Solo quando il Ciclone uscirà dall’Adriatico avremo un ritorno del sereno con uno spostamento delle nuvole verso sud-est.
In Romagna, quest’anno, è successo che questo 2° Step sia durato ben più del previsto e che si sia formato un po’ più a sud. Il ristagno del Ciclone ha provocato piogge abbondanti per molte ore, il vento sulle coste rallentava il deflusso delle acque ed il terreno di partenza si presentava già saturo d’acqua per le piogge cadute abbondanti a inizio mese. A quel punto il disastro è stato inevitabile.
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Dott. Matteo Benevelli
Una bellissima ed interessante lezione , complimenti
Grazie mille per il bel commento, ci fa molto piacere. Avere questi feedback ci aiuta tantissimo.
Buona giornata.