Onde Atmosferiche

Onde Atmosferiche

🌬 Onde Atmosferiche 🌫
 
Ieri vi abbiamo parlato del fenomeno della Calima e anche oggi rimaniamo presso le Isole Canarie perché come conseguenza di quel vento carico di sabbia si sono manifestate anche delle nuvole particolari: le onde atmosferiche.
 
Si tratta di un disturbo atmosferico che altera il normale moto del vento con ondulazioni verticali che generano lunghe strisce parallele di nuvole.
 
Nel nostro caso siamo in presenza di un forte vento caldo di Scirocco che si trova a subire diverse sollecitazioni a livello di pressione, temperatura, umidità e soprattutto… si scontra con le alte montagne vulcaniche delle Canarie.
 
L’ostacolo rappresentato da queste isole comporta turbolenze che perturbano il normale scorrere del vento.
 
Sempre in questo caso possiamo parlare di onde stazionarie (opposte alle onde viaggianti), poichè queste lunghe increspature permangono per diverse ore sempre nella stessa posizione a fronte delle isole di Lanzarote e Fuerteventura.
 
Un altro termine per definire le onde atmosferiche di questo tipo è “maree atmosferiche”.
 
Immagine: NASA – Modis
14 gennaio 2022
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 Dott. Matteo Benevelli
La Calima

La Calima

🌍 La Calima 💨
Si tratta di un particolare fenomeno che si è manifestato in questi giorni e che interessa le coste del Marocco e le Isole Canarie.
Il termine spagnolo è in uso proprio sulle Isole Canarie ed indica un forte vento di Scirocco (quindi da sud-est) che porta un enorme carico di sabbia dal deserto del Sahara.
Vista la vicinanza delle isole con il continente africano non si tratta di un evento raro, ma la Calima che ha preso forma in questi giorni ha un fascino particolare (gli abitanti insulari probabilmente non la pensano allo stesso modo), specie se vista dallo spazio.
Le conseguenze di questo fenomeno atmosferico sono una forte foschia che limita di molto la visibilità, cielo che si tinge di ocra, accumuli al suolo di sabbia in grandi quantità e piogge tinte di rosso.
Anche la qualità dell’aria peggiora drasticamente poiché si tratta di polveri sottili che possono avere conseguenze anche sulla salute se inalate in quantità sebbene di origine naturale.
Anche in Italia ci capita spesso di avere a che fare con questo fenomeno, anche se nel nostro caso la sabbia arriva spesso dall’Algeria e data la distanza difficilmente si arriva agli eccessi delle Canarie.
Immagine: NASA – Modis

15 gennaio 2021

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 Dott. Matteo Benevelli

Breve prepotenza azzorriana

Breve prepotenza azzorriana

Dopo l’ingombrante presenza di inizio anno dell’Anticiclone Africano è la volta del ben più mite Anticiclone delle Azzorre che nei prossimi giorni conquisterà sempre più campo nel cuore dell’Europa. Anche questo gigante di alta pressione porterà condizioni di tempo stabile sulla nostra provincia con lunghe giornate di cielo sereno e la quasi totale assenza di nuvole. Ma anche lui come il suo collega africano porterà a corredo un po’ di caldo anomalo.

Colpa di diversi fattori che favoriscono un richiamo di aria calda direttamente dalle coste orientali degli Stati Uniti dov’era presente molto calore. Con il suo moto vorticoso in senso orario trascina un lembo di questo caldo attraverso il nord dell’Atlantico fino alle isole britanniche e la Scandinavia. Anche questa volta abbiamo un’interazione tra alta pressione e la violenta ed altissima “corrente a getto” che modella lo scacchiere barico europeo gestendone l’evoluzione.
Un sistema complesso che come una gigantesca rotativa da stampa di giornali convoglia flussi d’aria da ovest a est e con esse aumenti o crolli repentini di temperature al suolo e in quota.

Cosa succederà nel reggiano?
Come detto il dominio dell’alta pressione delle Azzorre crescerà nei prossimi giorni dando una forte “spallata” alla bassa pressione presente nel sud Italia che convoglia aria fredda da est sulla nostra provincia facendoci gelare durante la notte e causando forte vento in alta Montagna.
Tra quasi tre giorni tutto cambierà perché a quel punto il vortice sarà ormai lontano e l’aria da est cesserà.

Saliranno nuovamente le temperature?
Si … e no.
In Pianura il freddo che si accumula in questi giorni si depositerà come un pesante cuscinetto (dinamica vista più volte e tipica della nostra Pianura chiusa su tre lati e scarsamente ventilata), mentre l’Appennino sarà più in balìa delle correnti. Infatti da nord arriverà l’aria calda di cui vi abbiamo parlato ad inizio articolo. Non si tratterà di calda aria africana come quella vista ad inizio anno, ma un’aria che arriverà dagli Stati Uniti e che si sarà notevolmente “stemperata”durante la sua attraversata atlantica. I termometri però subiranno uno sbalzo di +10°C rispetto ai valori registrati nella prima metà della settimana.
Pertanto avremo temperature in aumento leggero o moderato in Pianura e più sostanzioso in Appennino. Una sorta di blanda inversione termica se paragonata a quella di inizio anno, ma a tutti gli effetti un’inversione termica che farà registrare temperature più alte in Montagna rispetto alla Città.

La neve ne risentirà?
Durante le ore diurne inevitabilmente si. In Montagna di pomeriggio si potrebbero toccare i 10°/12°C, ma fortunatamente durante la notte i termometri scenderanno ancora un po’ sotto lo zero permettendo ai cannoni sparaneve di funzionare sulle piste, mentre sulle zone innevate naturalmente si formerà un po’ di ghiaccio tale da rallentare il processo di consumo/fusione.

E dopo?
Questa fase mite non durerà molto, giusto un’onda veloce che durerà un fine settimana. Da nord abbiamo il Vortice Polare che è pronto a scalzare l’Anticiclone delle Azzorre. La corrente a getto si estinguerà verso est e una seconda da ovest potrebbe favorire e accelerare una nuova discesa di aria fredda dall’artico.

Torna il gelo?
Diciamo che torna l’inverno, le temperature caleranno bruscamente in quota e i termometri scenderanno sotto la media. Non è da escludersi che possa arrivare anche qualche fiocco di neve in Appennino, le temperature saranno favorevoli a questo tipo di precipitazione anche in Pianura… ma quello che mancherà sarà l’umidità per far si che questa si manifesti.
Siamo però nel campo delle ipotesi e ci sarà tempo per valutare i modelli che di giorno in giorno usciranno per focalizzare meglio ciò che accadrà.

Riassumendo:
Questa settimana sarà divisa in 2, una prima parte fredda ed un’ultima parte più calda. La prossima settimana, però, l’inverno riprenderà il suo percorso dopo questa breve parentesi che sarà ugualmente all’insegna del cielo sereno. Lo sbalzo sarà più percettibile in Appennino rispetto alla Pianura dove avremo un parziale consumo della copertura nevosa presente oltre i 600/700 metri di quota. Per parlare di neve è ancora troppo presto, la fase fredda successiva sembra più asciutta del dovuto… ma vedremo…

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 Dott. Matteo Benevelli