Appuntamento con la storia per la Crew Dragon

Appuntamento con la storia per la Crew Dragon

Tantissimi nostri utenti probabilmente non sanno di cosa stiamo parlando, ma questa sera (mercoled’ 27 maggio 2020), dalla storica rampa Pad 39/A (che vide il lancio dei famosi vettori Saturno V e degli Space Shuttle), decollerà una nuova navetta chiamata Crew Dragon. Navetta che per la prima volta trasporterà verso la Stazione Spaziale Internazionale un equipaggio umano. Non accadeva dai tempi dello Space Shuttle che un equipaggio umano non partiva per lo spazio dal suolo americano con un mezzo americano. La portata storica dell’evento non è solo dettato dal fatto che si tratti di un lancio del tutto americano, ma anche dal fatto che a fornire razzo e capsula è un’azienda privata, la Space X di Elon Musk, quella degli Starlink di cui abbiamo spesso parlato sulla nostra pagina Facebook.

Salvo imprevisti meteo (che non ci sentiamo di escludere), il lancio avverrà alle 22:33 da Cape Canaveral in Florida e 22 minuti dopo si troverà già sulle nostre teste. Alle 22:55, infatti, la capsula potrebbe sorvolare l’Italia ed essere visibile anche dalla nostra provincia!
   

In tal caso la capusala dovrebbe raggiungere una magnitudine (luminosità) tale da poter essere vista ad occhio nudo. Alle 22:57 si avvicinerà alla Stella Polare e poco dopo si spengerà poiché entrerà nel cono d’ombra della Terra, pertanto non potrà più riflettere i raggi del Sole verso di noi rendendosi invisibile.

I due astronauti scelti dalla NASA per la missione sono Douglas Hurley e Robert Behnken e partiranno per una missione di media durata, che va dai 30 ai 119 giorni. Il giorno del loro rientro verrà deciso in base ai dati che ricaveranno dalla Dragon, soprattutto sullo stato dei pannelli solari, l’elemento strutturale più critico della capsula. Per godersi i momenti cruciali del lancio (che sarà trasmesso dalla Nasa qui).


Douglas e Behnken si sono addestrati per molti mesi all’utilizzo degli innovativi comandi a bordo della navicella, soprattutto per il fatto che essa è comandata da grandi monitor touch-screen e non più da una moltitudine di bottoni e leve come in passato (se volete sapere di cosa stiamo parlando, potete addestrarvi sul simulatore appositamente creato dalla Space X per voi a questo link). Per non parlare, poi, dell’addestramento alle varie mansioni che dovranno effetuare a bordo della Stazione Spaziale Internazionale tra cui, probabilmente, una passeggiata spaziale.

Una volta arrivata in orbita e sganciata dal secondo stadio, la Dragon inizierà il suo viaggio in solitaria verso la Iss, un viaggio che durerà circa 19 ore. Siccome si tratta ancora di un volo dimostrativo, l’equipaggio dovrà effettuare diversi controlli sui sistemi di navigazione. A 150 metri dalla Iss, Behnek e Hurley assumeranno il controllo manuale della capsula, per testarne gli innovativi comandi. Il controllo manuale servirà per simulare un’avaria alla “guida autonoma” della capsula, senza però eseguire il docking finale, che tornerà a essere affidato al pilota automatico.

A differenza dalla capsula russa Soyuz, la Crew Dragon è progettata per atterrare in mare aperto, come avveniva per le capsule Apollo che portarono l’uomo sulla Luna. SpaceX ha testato a lungo questa procedura grazie agli otto anni di esperienza con le capsule Cargo Dragon, che portavano rifornimenti sulla Iss , rientrando poi al largo della California
La versione crew della Dragon effettuerà una manovra molto simile, però l’ammaraggio avverrà difronte le coste della Florida.
Prima di impattare contro l’atmosfera però, verrà sganciato il trunk, la sezione con i pannelli solari, liberano lo scudo termico.

Una volta rientrata in atmosfera, la capsula sfrutterà i suoi sei paracadute. Inizialmente se ne apriranno due, denominati drag parachute, che ridurranno di molto la velocità di caduta, quindi si apriranno i quattro principali. L’azienda di Musk ha eseguito con successo 27 test su queste componenti, realizzate in Zylon, un materiale molto più resistente del nylon.

In fine due navi della flotta di Space X sono state modificate in modo da recuperare la capsula al rientro. Sono anche dotate di una piattarforma per il decollo di elicotteri, utilizzato per trasportare gli astronauti nell’ospedale più vicino in caso di emergenza.

Grazie a questo lancio, avrà ufficialmente inizio l’era dell’esplorazione spaziale partecipata da aziende private. Un traguardo fondamentale in ambito economico e geopolitico.

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Ci saluta definitivamente anche la Cometa Swan

Ci saluta definitivamente anche la Cometa Swan

Non ce l’ha fatta a resistere alla forte pressione esercitata dall’avvicinarsi al nostro Sole. La cometa C/2020 F8 (SWAN) si sta avvicinando alla nostra Stella, raggiungendo il perielio il 27 maggio, ma la sua luminosità è calata di molto e ciò è il chiaro sintomo che qualcosa non è andato come doveva.

Sorte analoga a quella della sua collega precedente, la cometa C/2019 Y4 (Atlas), che ad inizio Aprile si è spezzata in più frammenti (vedi immagine qui sotto) dopo un veloce aumento di luminosità che faceva ben sperare il pubblico. Gli esperti di comete, però, sanno molto bene che aumenti bruschi di luminosità quando queste devono ancora raggiungere il perielio sono spesso un cattivo segnale. Il nucleo delle comete è composto da polveri e rocce molto volatili e poco coese, spesso con molto ghiaccio. Corpuscoli di pochi chilometri di diametro subiscono dei forti shock quando si avvicinano al nostro caldo e radioattivo Sole.


Una volta persa ogni speranza per la cometa Atlas, gli appassionati di astronomia riponevamo grandi speranze nella cometa Swan (il nome è dovuto al fatto che è stata scoperta in un’immagine scattata dalla fotocamera SWAN il 25 marzo 2020 a bordo del telescopio spaziale SOHO), perché si dimostrava piuttosto luminosa fin dai primi giorni della sua scoperta. Per via della sua orbita inclinata, gli osservatori dell’emisfero australe sono stati i primi a poter ammirare la Swan, che esibiva una bella coda (vedi immagine qui sotto del 01 maggio 2020) e un costante incremento in luminosità per tutto aprile, con un importante salto alla mag. 5,2 verso fine mese che faceva presagire un picco intorno alla mag. 2,8 verso il 21 maggio, poco prima del passaggio al perielio, previsto per il 27 dello stesso mese.

Come detto in precedenza, però, aumenti così repentini sono un grosso rischio… specie per comete che sono al loro “primo approccio” con il nostro Sole. Negli ultimi giorni, però, la luminosità è calata di molto. Di per sé non è un evento grave, ma il brusco declino degli ultimissimi giorni ne conferma la quasi definitiva estinzione. L’immagine di copertina ci mostra il nucleo della cometa il 22 maggio 2020, già molto debole e difficile da percepire.

Purtroppo la Swan e l’Atlas si aggiungono alla lunghissima lista di “comete del secolo” annunciate e che si rivelano un fiasco sul più bello. Per vedere una cometa lontanamente paragonabile alle splendide Hale-Bopp e Hyakutake (1997 e 1996), dovremo attendere ancora un po’… speriamo di non dover attendere la cometa di Halley che passerà solamente nel luglio del 2061!

Per consolarci, però, va detto che per via della sua orbita la cometa Swan non ci avrebbe potuto regalare un grande spettacolo, poiché la sua inclinazione non l’avrebbe fatta salire di molto sopra l’orizzonte al tramonto, quindi la luce del Sole appena sotto l’orizzonte ne avrebbe reso difficoltosa la visione ad occhio nudo… sarà per la prossima.

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Dott. Matteo Benevelli

 

Allerta meteo gialla per martedì 19 maggio

Allerta meteo gialla per martedì 19 maggio

⚠️ Allerta Meteo Gialla ⚠️
 
Come precisato nelle nostre previsioni meteo di questa mattina, nella giornata di domani saremo interessati dal passaggio di un fronte perturbato che riporterà la pioggia sulla nostra provincia.
 
A tal proposito è stata emessa oggi dall’Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile e da ARPAE un’allerta meteo di livello giallo che interesserà anche il nostro territorio.
 
L’attenzione è incentrata sul fatto che arriveranno piogge più o meno intense che potrebbero raggiungere quantitativi a fine giornata di 40 mm. Possibili anche forti raffiche di vento in Montagna con punte tra i 70/80 Km/h circa.
 
Il nostro punto di vista?
Specifichiamo una volta volta in più il fatto che non siamo nessuno per poter scavalcare le agenzie regionali preposte e che lo scopo di tali allerte non è quello di informarvi su ciò che accadrà (non si tratta di una previsione meteo), ma di prepararvi a ciò che “potrebbe” accadere: possiamo dirvi che sussiste un po’ di margine d’incertezza su ciò che accdarà domani. L’incertezza dipende dall’esatta posizione che andrà ad occupare la bassa pressione che domani dovrebbe rinforzarsi sul Tirreno (oggi ci sono già i primi abbozzi come da immagine satellitare delle nostre previsioni).
 
Le criticità di tale allerta non sono dovute al fatto che verremo attraversati da una forte perturbazione temporalesca, quanto dal fatto che le piogge saranno dilungate e distribuite nell’arco dell’intera giornata con il rischio di “appesantimento del suolo” che potrebbe riattivare qualche movimento franoso quiescente ed ingrossare i corsi d’acqua minori del nostro Appennino. Altro punto di attenzione, poi, potrebbe essere il vento forte che potrebbe far cadere qualche ramo o pianta pericolante in Montagna.
Allerta meteo arancione per giovedì 14 e venerdì 15 maggio

Allerta meteo arancione per giovedì 14 e venerdì 15 maggio

⚠️ Allerta Meteo Arancione ⚠️
 
E’ stata emessa nella giornata di ieri, ma interesserà il resto della giornata di oggi e la prima parte di quella did omani, dall’Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile e da ARPAE un’allerta meteo di livello Arancione che interessa anche il nostro territorio.
 
Le agenzie prevedono l’arrivo di una perturbazione piuttosto intensa che interesserà parte della nostra Regione, tra cui anche la nostra provincia.
Per il reggiano si prevede un po’ di attività temporalesca sul nostro Appennino e soprattutto (allerta arancione) forti raffiche di vento che interesseranno il Crinale e la Montagna. Raffiche che potrebbero superare anche gli 80/100 Km/h in alcuni momenti.
 
Lo scopo delle Allerte non è quello di mettervi ansia, ma semplicemente quello di non farvi trovare impreparati nel caso in cui questo scenario (possibile e non certo) si verifichi.
 
Cosa ci aspettiamo?
Premesso che il nostro parere non può in alcun modo andare a modificare o scavalcare l’allerta di cui vi abbiamo appena parlato, siamo concordi con l’arrivo di una “vivace” perturbazione da dietro il nostro Appennino.
Dalle 18:00 ci aspettiamo l’inizio delle ostilità sul nostro Crinale con vento in rinforzo che si farà via via più intenso con culmine nella notte e primo mattino di domani (Venerdì 15).
I temporali prenderanno sicuramente forma sull’Emilia-Romagna occidentale. Ci aspettiamo attività elettriche verso Parma e Piacenza, ma anche sul reggiano (seppur con meno probabilità), sono presenti le condizioni giuste per innescare qualche temporale sparso. In tal caso potrebbero prendere forma sui settori occidentali, come la valle del fiume Enza e nella Bassa tra Sant’Ilario, Poviglio, Boretto, Guastalla e Brescello. La zona da tenere sotto controllo sarà sicuramente Sud-Ovest, poiché la perturbazione avanzerà da lì verso nord-est. I temporali, pertanto, si sposteranno successivamente sulle prealpi Lombardo-Venete.
Rallenta lo sciame sismico della Val d’Enza

Rallenta lo sciame sismico della Val d’Enza

E’ ancora attivo lo sciame sismico che dal 1° di Maggio ad oggi ha fatto registrare 56 scosse superiori a magnitudine 2.0, ma sembra aver rallentato di frequenza.
Dal nostro primo articolo si sono verificate “solamente” 14 eventi, contro i 42 eventi registrati nelle prime 24 ore. Ciò fa ben sperare, seppure i terremoti siano del tutto imprevedibili, ma ciò potrebbe essere il segnale che buona parte dell’energia i gioco sia stata liberata gradualmente.

Come vi abbiamo scritto nel nostro articolo precedente, la zona è conosciuta ai geologi poiché in profondità è attiva una faglia che è solita risvegliarsi periodicamente ed alle volte anche con scosse piuttosto forti. La faglia in questione è una “faglia inversa”, ovvero una porzione di sottosuolo che viene compressa. Letteralmente gli Appennini ci spingono verso le Alpi ed ogni anno quella zona si sposta di 1/3 cm verso nord proprio in virtù di tale spinta. Questa meccanica è alla base della formazione dell’Appennino stesso e delle Alpi, pertanto vi lasciamo immaginare quanti terremoti si siano verificati in tempi geologici per portare le nostre Montagne e le nostre Colline all’altezza attuale, specie se consideriamo che milioni di anni fa dove ci troviamo noi vi era un oceano profondo.

Sequenze sismiche di questo tipo sono comuni nell’Appennino settentrionale, così come in molte altre regioni d’Italia. Statisticamente, la maggior parte di esse termina dopo pochi giorni o qualche settimana, ma in alcuni casi possono durare più a lungo, soprattutto nei casi in cui si manifesti un terremoto più forte. La scossa maggiore è ancora quella registrata il 02 Maggio alle ore 17:55 a pochi chilometri da Felino, ma la notte del 03 Maggio e nel primo mattino dello stesso giorno si sono verificati due sismi di magnitudine 2.8 avvertiti dalla popolazione.


(Nell’immagine qui sopra si vede il comportamento di una faglia inversa. In questo caso è scoperta e ben visbile e si nota il taglio netto nella sequenza di striature rocciose. La compressione ha fatto salire il lato sinistro della collina “tetto”, su quello destro “letto”)
Nel reggiano si è verificata solo un’altra scossa nei pressi di Bibbiano di magnitudine 2.3 il 02 Maggio alle 19:51. In questo caso la scossa è stata molto superficiale, 6 Km contro i 15/18 Km di profondità media delle scosse legate alla faglia principale, quindi più consona ad una sorta di assestamento del suolo sovrastante.

Il monitoraggio è costante e per il momento non si registrano danni.

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Dott. Matteo Benevelli