da Matteo Benevelli | Mar 31, 2020 | Geologia
A quasi una settimana di distanza dal nostro articolo che trattava l’argomento terremoti, la situazione continua ad evolversi giorno dopo giorno.
Lo sciame che vi avevamo fatto notare sull’Appennino bolognese nei pressi di Borgo Tossignano e Fontanelice lungo il torrente Santerno, continua a dare segno della sua attività con micro-scosse che dal 20 di Marzo è arrivato alla sua settima scossa.
Niente di esagerato, ma nella giornata di oggi, martedì 31 Marzo abbiamo registrato la scossa più forte con magnitudo 3.0 e ben avvertita dalla popolazione.
Le scosse che si stanno verificando in questa zona sembrano interessare due faglie diverse ma limitrofe. Le microzone interessate sono nei pressi di Fontanelice (dove stanno avvenendo le scosse più superficiali) e Casalfiumanese (dove avvengono le scosse più profonde).
Due faglie diverse, quindi, ma che reciprocamente si stimolano e periodicamente rilasciano energia nel sottosuolo, frutto di quella spinta tettonica che schiaccia la nostra Regione tra la placca tettonica Africana e quella Euro-Asiatica. Questa spinta del tutto naturale è all’origine della nascita del nostro Appennino a sud e delle Alpi più a nord.

Riassumendo:
20 Marzo – magnitudine 2,3 a 9,3 Km di profondità (Fontanelice)
25 Marzo – magnitudine 2,7 a 23,0 Km di profondità alle ore 08:42 (Casalfiumanese)
25 Marzo – magnitudine 2,4 a 28,4 Km di profondità alle ore 13:03 (Casalfiumanese)
26 Marzo – magnitudine 2,3 a 10,6 Km di profondità alle ore 02:19 (Fontanelice)
28 Marzo – magnitudine 2,4 a 20,8 Km di profondità alle ore 10:28 (Casalfiumanese)
27 Marzo – magnitudine 2,6 a 9,8 Km di profondità alle ore 05:49 (Fontanelice)
31 Marzo – magnitudine 3,0 a 8,6 Km di profondità alle ore 01:19(Fontanelice)
Ma sempre nell’articolo del 25 Marzo vi abbiamo parlato anche di alcuni movimenti sotto il terreno modenese e ferrarese. Proprio questa mattina alle 11:35 tra Finale Emilia e Ferrara si è verificata una scossa di magnitudine 2,9 ad una profondità di 7,8 Km.
Il sisma è stato avvertito anche in alcune zone del reggiano, così come in Città ai piani più alti delle case e dei palazzi. Non si registrano assolutamente disagi, si è trattato di un evento molto debole, ma che sicuramente va a fare compagni agli eventi registrati il 22 ed il 25 Marzo.
Riassumendo:
22 Marzo – magnitudine 2,0 a 4,2 Km di profondità (MO)
25 Marzo – magnitudine 2,6 a 10,3 Km di profondità (MO)
31 Marzo – magnitudine 2,9 a 7,8 Km di profondità (FE)
Conclusioni:
Sono sicuramente attivi due sciami distinti, uno nel modenese/ferrarese ed un secondo sull’Appennino bolognese.
Ci saranno scosse più forti? Impossibile saperlo, i terremoti non sono assolutamente prevedibili.
Ci saranno altri eventi simili? Qui è già più alta la probabilità, ma facilmente si potrebbe trattare di eventi d’intensità tale da essere rilevata solo dai sismografi o dalle persone più sensibili.
L’unica cosa che possiamo fare è monitorare quanto sta accadendo, lo scopo di articoli come questo è semplicemente quello di creare “consapevolezza” per non farsi cogliere alla sprovvista.
WWW.METEOREGGIO.IT
Dott. Matteo Benevelli
da Matteo Benevelli | Mar 29, 2020 | Ambiente, Meteorologia
In tanti in questi giorni ci stanno chiedendo com’è la situazione dell’inquinamento dell’aria in questo periodo di restrizioni dovute al Covid-19 sul nostro territorio. Fino a qualche giorno fa le concentrazioni di polveri sottili erano tutto sommato nella norma, specie dopo le piogge dei giorni scorsi, ma soprattutto nella giornata di ieri si è registrato un “curioso” se non “drammatico” boom delle Pm10 sulla nostra regione.
Nella giornata di ieri e soprattutto in quella di oggi si nota una foschia densa che limita in parte la visibilità nel lungo raggio e ciò non segue un iter logico/meteorologico.
Le Pm10 sono schizzate da 16 ppm fino al terribile valore di 99 ppm a Reggio Emilia, addirittura a 140 ppm a Rimini!
Vedi tabella ARPAE qui sotto: 
In situazioni del genere è giusto indagare per scoprire se la causa di questa impennata è da ricercare a livello antropico (uomo) o naturale.
Indagine su una causa antropica:
siamo in una situazione eccezionale di restrizioni che limitano il pulviscolo sotto l’aspetto del traffico delle automobili, anche se i riscaldamenti sono ancora accesi e ben funzionanti visto il ritorno di un po’ di freddo da est. Sui siti d’informazione non si parla d’altro che di Coronavirus e non compaiono notizie di incendi dolosi in vasta scala in Italia e nazioni limitrofe.
Pertanto escludiamo il fattore antropico… per una volta l’uomo sembra non centrare nulla con questo aumento delle polveri sottili.
Indagine su una causa naturale:
Solitamente le cause naturali sono imputabili a grandi concentrazioni di Pollini, ma nonostante l’inizio di primavera non abbiamo un boom di fioriture in questo momento. Un’altra causa potrebbe essere di origine vulcanica, ma per ora tutto è tranquillo in Islanda e nel Sud dell’Italia. In fine ci si può concentrare sulla Sabbia del Deserto.
Le correnti che da qualche giorno dominano sul nostro territorio arrivano da est, la Porta della Bora si è aperta ed ancora non si è chiusa definitivamente. Da est, poi, sono arrivate anche le ultime precipitazioni… che a tutti gli effetti hanno sporcato le nostre automobili lasciate all’aperto in questi giorni di fermo. Ma al tempo stesso la Porta della Bora chiude la porta (permetteteci il gioco di parole) in faccia alla sabbia del deserto del Sahara, che è la prima imputata quando piove sabbia dal cielo.
Indizi:
– correnti dominanti da est
– automobili sporche di sabbia dopo le piogge degli ultimi giorni
– aumento delle Pm10 nonostante la pioggia recente che normalmente le abbatte

Causa:
Mettendo insieme questi indizi un buon detective meteorologico si concentra sul vento da est e ripercorre a ritroso il suo percorso. Con l’aiuto dei satelliti attuali e dei loro delicati sensori si può scoprire che il vento est attinge aria da molto lontano. E se si indaga in quelle zone remote, si scopre che da qualche giorno un’intensa tempesta di sabbia sta interessando la zona del Mar Caspio e del deserto del Karakum (Turkmenistan), 2500 km a est dell’Italia. Questa tempesta solleva i granelli di sabbia e li trasporta per migliaia di chilometri fino alla nostra Pianura (e ad onor del vero va oltre… fino al Portogallo e l’oceano Atlantico).

Conclusioni:
Per una volta l’incremento di polveri sottili non è da imputare all’uomo, ma a cause del tutto naturali. Un evento del genere è piuttosto raro, come detto in precedenza, le tempeste di sabbia che solitamente ci raggiungono sono di matrice sahariana poiché il vento dominante arriva dall’Atlantico sulle nostre latitudini. Questa volta, invece, uno spostamento imponente dell’Anticiclone delle Azzorre verso il Nord Atlantico ed una seconda alta pressione presente sul Kazakistan (nostra vecchia conoscenza di qualche giorno fa con il nome di Jurgen che determinò i fiocchi di neve del 26 marzo), hanno innescato questo “getto sabbioso” verso di noi.
WWW.METEOREGGIO.IT
Dott. Matteo Benevelli
da Matteo Benevelli | Mar 28, 2020 | Meteorologia
Assume sempre più i connotati di un “pesce d’Aprile” la perturbazione che ci interesserà tra il 31 marzo ed il 1°aprile. Meno di 24 ore fa i modelli previsionali erano inclini al prevedere una nevicata copiosa sul nostro Appennino che “avrebbe” potuto interessare in buona parte anche la Pianura Padana con accumuli discreti.
I nuovi modelli, invece, ridimensionano di molto quanto detto in precedenza e le nevicate sembrano relegate solamente alla media Collina e la Montagna. Nevicate, tra l’altro, molto ridimensionate anche come accumuli al suolo che sono scesi dai 40 cm di prima ai 10/15 cm attuali.
Tutto ciò è un ottimo spunto di riflessione sul quanto sia difficile eseguire una previsione nel medio termine, spesso ci sentite dire di diffidare da previsioni meteorologiche che vanno oltre i 3 giorni proprio in virtù di questo. Le previsioni oltre i 3 giorni diventano “tendenze” con un ampio margine d’errore dovuto al fatto che le variabili in atto da dover prendere in considerazione diventano sempre più divergenti ed una previsione sempre più aleatoria. Figuriamoci, poi, l’affidabilità di chi già adesso prova a dirvi come sarà l’Estate 2020… vi diranno sicuramente che sarà caldissima (beh… scontato… si tratta pur sempre di una stagione calda e la percezione di tale valore è del tutto soggettiva), previsione del tutto priva di fondamento ma forte del fatto che farà sicuramente molto caldo in qualche giornata.
Tornando alla nostra perturbazione di fine Marzo, invece, i modelli cambiano ogni 6 ore e ridimensionano in continuazione quanto detto in precedenza.
Certezze:
sicuramente ad un buon fine settimana di cielo tendenzialmente sereno o poco nuvoloso e dalle temperature miti seguirà un inizio di settimana instabile, ma molto meno instabile di quanto ci si aspettava fino a 12 ore fa. Avremo delle precipitazioni, ma la quota neve potrebbe essere più alta di quanto ci si aspettava in precedenza con accumuli più avari.
Possibili scenari:
come vi abbiamo detto poco fa, ogni 6 ore i modelli subiscono dei ritocchi e non è detto che siano per forza peggiorativi. Stiamo parlando di qualcosa che dovrebbe accadere tra 4 giorni, pertanto siamo ancora nel campo delle “tendenze”, per una previsione più precisa dovremo attendere la giornata di domani (domenica 29 marzo) e finalmente potremo dirivi qualcosa di più chiaro.
Come potete notare, vi terremo aggiornati ad ogni cambiamento senza aver alcun timore di dover rinnegare quanto detto in precedenza… fa parte del mestiere. Resta comunque valida tutta la meccanica della perturbazione che vi abbiamo spiegato nel nostro articolo precedente.
WWW.METEOREGGIO.IT
Dott. Matteo Benevelli
da Matteo Benevelli | Mar 27, 2020 | Meteorologia
Che le stagioni siano ormai saltate è cosa appurata. Anche quest’anno l’Inverno prova a dare qualche colpo di coda in ritardo quando ormai la primavera è ben avviata e le piante presentano i primi fiori da frutto. Recentemente siamo stati interessati dal passaggio di due fronti freddi che dalla “porta della Bora” hanno riportato le temperature sotto la media del periodo e addirittura qualche fiocco di neve fino alla via Emilia.
Con molto ritardo, insomma, l’inverno ha abbandonato la sua noiosa forma circolare ed ha iniziato a muoversi in maniera irregolare con moto verticale generando instabilità e lingue di freddo o caldo che rimescolano l’aria sul nostro continente. Pochi giorni fa siamo stati interessati da due discese fredde, da domani avremo una parentesi calda di 3 giorni, poi un nuovo affondo freddo con il ritorno di abbondanti precipitazioni. Qui sotto vi mostriamo gli “spaghetti” che meteorologicamente ci raccontano gli scombussolamenti dei prossimi giorni:

I modelli previsionali da un paio di giorni prevedono una terza discesa fredda che investirà l’Europa ed il bacino del Mediterraneo. Questa volta l’affondo non arriverà dalla steppa russa, ma scenderà direttamente dall’Artico verso il cuore del continente.
Ancora una volta l’Alta Pressione delle Azzorre giocherà un ruolo fondamentale nell’innescare i movimenti d’aria che riporteranno il freddo sul nostro territorio. Questa volta il gigante alto pressorio si troverà nell’alto Atlantico e non sul Baltico come per i primi due affondi di pochi giorni fa. Ciò determinerà una natura completamente diversa del getto d’aria, che verrà a trovarsi in una posizione più occidentale e pertanto sulla Scandinavia e non più dalle steppe Russo-Kazake.
Differenze tra le due correnti?
Una corrente di aria fredda in arrivo dalla steppa Russa/Kazaka è più secca ed avida di umidità, poiché segue un percorso principalmente di “terra”, senza incontrare mai specchi d’acqua degni di questo nome fino all’arrivo sul mar Adriatico.
Una corrente in calo dalla Scandinava, al contrario, è più umida poiché attinge vapore acqueo dal Mar Baltico e dal Mare del Nord.
Cosa succederà questa volta?
L’Anticiclone delle Azzorre ruotando in senso orario spingerà verso la Germania e la Polonia l’aria del Vortice Polare che scendendo dalla penisola Scandinava andrà ad impattare contro il muro delle Alpi e dei Carpazi. Questa discesa è alimentata anche dal richiamo di due basse pressioni che si troveranno sul Mar Egeo (la prima) e nei pressi di Gibilterra (la seconda). Le due catene montuose e le due basse pressioni saranno all’origine della divisione in ben 3 rami di questo getto d’aria artica.

1° Braccio – Verrà deviato dalle Alpi e richiamato dalla Bassa Pressione presente su Gibilterra.
2° Braccio – Si insinuerà tra la Alpi ed i Carpazi richiamato dalla Bassa Pressione presente nel Mar Egeo.
3° Braccio – Verrà deviato dai monti Carpazi verso est richiamato dalla Bassa Pressione presente nel Mar Egeo e la raggiungerà dallo stretto del Bosforo.
La nostra provincia verrà investita dal 2°Braccio che passando tra Austria, Slovacchia, Ungheria e Slovenia (la Porta della Bora), raggiungerà il nostro territorio con un discreto carico di umidità che potrebbe determinare delle precipitazioni copiose o moderate anche nel reggiano.
Che precipitazioni ci dobbiamo attendere?
Se i modelli resteranno confermati è molto alta la probabilità di nevicate abbondanti sul nostro Appennino con accumuli discreti (al giorno d’oggi si parla di almeno 10/15 cm a Castelnovo né Monti). La Pianura ancora una volta sembra rimanere ai margini di questi fenomeni, ma visto il largo anticipo è necessario attendere l’elaborazione di nuovi dati, poichè il margine d’errore è ancora ampio e non è da escludersi che la neve possa raggiungere anche la via Emilia.
Quali certezze abbiamo?
Con certezza possiamo affermare che la neve farà il suo ritorno sul nostro Appennino. E’ molto alta la probabilità che la neve si spinga almeno fino alla via Emilia se non oltre…
Sicuramente avremo disagi sulla rete stradale del nostro Appennino, ma potrebbero verificarsi anche cadute di alberi o rami a causa del peso della neve. Altro rischio da non sottovalutare sarà quello del ghiaccio, poiché le temperature scenderanno sotto lo zero su tutto l’Appennino.
Se la perturbazione dovesse essere confermata così com’è?
Se la neve dovesse spingersi fino alla Pianura (e lo scopriremmo già nella tarda giornata di Lunedì 30), sicuramente avremo accumuli anche in quelle zone con conseguenti disagi legati ad una copiosa nevicata. Caduta di rami, alberi, rete stradale sporca.
Sicuramente man mano che usciranno nuovi modelli più aggiornati vi terremo informati.
WWW.METEOREGGIO.IT
Dott. Matteo Benevelli
da Matteo Benevelli | Mar 25, 2020 | Geologia
Premettiamo fin da subito che non vogliamo creare ulteriori allarmisi nei nostri utenti e che nessuno sciame sismico è in atto. Semplicemente da qualche giorno nella nostra Regione si stanno verificando continue scosse di terremoto molto deboli tanto che negli ultimi 5 giorni se ne sono verificate 7.

Il nostro territorio è stato risparmiato, ma questa notte ha tremato la terra nei pressi di Cavezzo ed in alcune zone della nostra provincia è stata avvertita nonostante la debole intensità di magnitudine 2,6. La profondità di questa scossa è stata di circa 10 Km ed è prorpio la zona dov’è presente la famosa faglia che generò lo sciame del 2012. Questo dato non ci deve far preoccupare, ma semplicemente farci ragionare sul fatto che la causa è lei e che di tanto in tanto scarica un po’ di energia (meglio tante piccole scosse che una secca e potente).
Questo evento è stato preceduto da altri due piccoli terremoti, uno sulla stessa faglia (ma molto più in superficie a circa 4 Km) il 22 marzo e nel ferrarese il giorno prima (24 marzo), ma su una faglia diversa e molto più profonda (37,2 Km).
Riassumendo:
25 Marzo – magnitudine 2,6 a 10,3 Km di profondità (MO)
24 Marzo – magnitudine 2,2 a 37,2 Km di profondità (FE)
22 Marzo – magnitudine 2,0 a 4,2 Km di profondità (MO)
Queste tre scosse sembrano apparentemente legate tra di loro (quantomeno sono geograficamente vicine), due delle quali sulla stessa faglia, ma sono slegate come profondità e pertanto da considerarsi come eventi non correlati tra essi. Ad accomunarle, tuttavia, vi è sicuramente la spinta tettonica della placca africana verso quella indo-europea che è all’origine di tutti gli eventi sismici del nostro territorio.
Tre eventi legati tra loro, invece, sono quelli che si sono verificati nell’Appennino bolognese sulle Colline di Imola nei pressi di Borgo Tossignano. Scosse facenti parte di un piccolo sciame che si sta manifestando lungo la medesima faglia profonda, tanto che gli ultimi due eventi molto vicini tra loro, in ordine di tempo e non solo, si sono verificati ad oltre 20 Km.
Riassumendo:
20 Marzo – magnitudine 2,3 a 9,3 Km di profondità
25 Marzo – magnitudine 2,7 a 23,0 Km di profondità alle ore 08:42
25 Marzo – magnitudine 2,4 a 28,4 Km di Profondità alle ore 13:03
In fine la settima scossa è stata registrata a Cervia il 23 marzo scorso con una magnitudine di 2,3 ad una profondità di 10 Km e rientra in uno schema di faglie già conosciuto dai geologi.

Conclusione
Come vi abbiamo detto fin dall’inizio non è nostra intenzione installare alcuna ansia nei nostri utenti, stiamo solo facendo una cronaca di quanto stia accadendo nella nostra Regione, ovvero una curiosa serie di scosse telluriche molto deboli. Eventi come questi si registrano tutto l’anno e non sono per niente pericolosi. Prevedere le scosse di terremoto è impossibile, tuttavia possiamo ragionare sul fatto che piccole scosse frequenti hanno il merito di rilasciare periodicamente cariche di energia che se al contrario si accumulassero nel tempo potrebbero dar forma ad eventi ben più molesti.
Le scosse che si stanno verificando in Croazia sono legate a questi eventi?
Bene o male ci troviamo sulla stessa “Zattera” che viene schiacciata tra Africa ed EurAsia, ma ciò che avviene qui è una cosa, ciò che avviene a Zagabria è un’altra. Siamo in una zona sismica ed eventi di magnitudine 2 in Regione ne abbiamo con la frequenza di 1 ogni 2 o 3 giorni circa.
Potrebbe verificarsi qualcosa di più intenso?
Come vi abbiamo detto è impossibile saperlo, ma non ha nemmeno senso attendere con ansia una scossa di terremoto poichè si generano in maniera del tutto improvvisa e senza una cadenza precisa. Pertanto la probabilità c’è… ma molto remota ed ancora più difficilmente che sia legata ai 7 eventi registrati.
WWW.METEOREGGIO.IT
Dott. Matteo Benevelli