da Matteo Benevelli | Ago 9, 2023 | Ambiente
Il paradosso che fa impazzire i complottisti: “a Reggio Emilia fa freddo! Alla faccia del global warming!”. Come se in “Global Warming” non ci fosse la parola “Global” all’inizio che indica chiaramente una scala ben più ampia della nostra microscopica Provincia.
Vi avevamo anticipato qualche giorno fa che il mese di Luglio stava correndo spedito verso un terribile record di caldo anomalo e ieri è arrivata la conferma dal WMO (Organizzazione Meteorologica Mondiale) e dal sistema europeo di monitoraggio ambientale dallo spazio Copernicus. Si stima che il mese di Luglio del 2023 sia stato di circa 1,5°C più caldo della media del periodo 1850-1900.
Tutti i risultati riportati si basano su analisi generate al computer utilizzando miliardi di misurazioni da satelliti, navi, aerei e stazioni meteorologiche in tutto il mondo.
Luglio 2023 – Punti salienti della temperatura dell’aria in superficie
– La temperatura media globale per luglio 2023 si conferma essere la più alta mai registrata per qualsiasi mese.
– Il mese è stato di 0,72°C più caldo rispetto alla media 1991-2020 di luglio e di 0,33°C più caldo rispetto al mese più caldo precedente, luglio 2019.
– Si stima che il mese sia stato di circa 1,5°C più caldo rispetto alla media del periodo 1850-1900.
– Le ondate di caldo si sono manifestate in più regioni dell’emisfero settentrionale, inclusa l’Europa meridionale.
– Temperature ben al di sopra della media si sono verificate in diversi paesi sudamericani e in gran parte dell’Antartide.

Ma a scaldarsi in un modo ancora più preoccupante sono gli oceani e i mari che bagnano le nostre coste. Acque che stanno raggiungendo punte mai toccate in precedenza e che non sembrano aver intenzione di invertire rotta proseguendo per inerzia lungo questo sentiero per qualche tempo. Ormai da Aprile, infatti, il riscaldamento dei mari prosegue con ripercussioni più che negative sotto moltissimi aspetti ambientali. Un mare caldo va di pari passo con un mare meno ossigenato, meno efficace nel sequestrare anidride carbonica, un mare meno vivibile dalle specie ittiche di cui ci nutriamo, un mare più povero di nutrienti, … ecc …
Luglio 2023 – Punti salienti della temperatura della superficie del mare
– Le temperature medie globali della superficie marina* hanno continuato a salire, dopo un lungo periodo di temperature insolitamente elevate dall’aprile 2023, raggiungendo livelli record a luglio;
– Per l’intero mese, le temperature medie globali della superficie marina, sono state di 0,51°C superiori alla media del periodo 1991-2020;
– Il Nord Atlantico ha raggiunto i +1,05°C sopra la media a luglio, poiché le temperature nella parte nord-orientale del bacino sono rimaste insolitamente al di sopra della media, così come insolitamente elevate si sono manifestate anche nell’Atlantico nord-occidentale.
– Ondate di caldo marino si sono sviluppate a sud della Groenlandia e nel Mar del Labrador, nel bacino dei Caraibi e in tutto il Mar Mediterraneo;
– Le condizioni di El Niño hanno continuato a svilupparsi nel Pacifico orientale equatoriale.

Confrontando le medie per l’anno solare fino ad oggi, da gennaio a luglio, la media globale per il 2023 è la terza più alta mai registrata, a 0,43°C rispetto al periodo 1991-2020. Il record va ai 0,49°C del 2016 ed il secondo posto al 0,48°C del 2020. Il divario tra il 2023 e il 2016, però, dovrebbe ridursi nei prossimi mesi, poiché gli ultimi mesi del 2016 si dimostrarono relativamente freddi (riducendo la media annuale a 0,44°C), mentre le prospettive per il resto del 2023 dovrebbero essere piuttosto calde poiché è in corso il fenomeno del El Niño.
Luglio 2023 – Punti salienti del ghiaccio marino
– L’estensione del ghiaccio marino antartico ha continuato a battere i record per il periodo dell’anno, con un valore mensile del 15% inferiore alla media, di gran lunga l’estensione di luglio più bassa dall’inizio delle osservazioni satellitari.
– Come a giugno, l’estensione giornaliera del ghiaccio marino antartico è rimasto sostanzialmente al di sotto dei valori precedentemente osservati per il periodo dell’anno per tutto il mese.
– Le concentrazioni di ghiaccio marino nei mari di Weddell settentrionale, Bellingshausen orientale e nel Mare di Ross settentrionale, si sono manifestati molto sotto la media, mentre le concentrazioni superiori alla media persistevano in un ampio settore del Mare di Amundsen.
– L’estensione del ghiaccio marino artico era leggermente al di sotto della media, ma ben al di sopra del minimo record di luglio 2020.
– Mentre la maggior parte dell’Oceano Artico ha visto concentrazioni di ghiaccio marino inferiori alla media, concentrazioni superiori alla media hanno prevalso a nord della costa siberiana settentrionale.
Luglio 2023 – Dati salienti delle variabili idrologiche
– Il mese di luglio 2023 è stato più umido della media su gran parte dell’Europa settentrionale, nella regione dal Mar Nero e dall’Ucraina alla Russia nord-occidentale.
– Condizioni più secche della media sono state riscontrate in tutto il bacino del Mediterraneo, con l’Italia e l’Europa sud-orientale che hanno avuto le maggiori anomalie.
– Al di fuori dell’Europa, il mese di luglio 202,3 è stato più umido della media su Nord America nord-orientale, Afghanistan, Pakistan, Cina nord-orientale, Australia settentrionale e orientale e Cile.
– Le regioni extratropicali più secche della media includevano il Messico e gli Stati Uniti sudoccidentali, l’Asia centrale e sudorientale, l’Australia sudoccidentale e parti del Brasile meridionale e del Paraguay.

Dati: Copernicus Climate Change Service (C3S) elaborati da ECMWF
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Dott. Matteo Benevelli
da Matteo Benevelli | Ago 8, 2023 | Ambiente, Meteorologia
Non starete cadendo nella tentazione di negare che ci sia un cambiamento climatico verso il caldo solo perché oggi c’è fresco vero?!?
E’ Agosto e c’è un freschino che pela……… verissimo, specie se vi trovate in Montagna e già assaporavate un week-end da magliettina corta, grigliata e pantaloncini. Il week-end non sarà da buttare via l’importante è coprirsi bene di sera e al mattino presto.
Ma questi 3°/4°C di freschino “anomalo” (parola che piace molto ai media di questi tempi), si contrappone ad un caldo esagerato che sta interessando le regioni artiche tra Russia e Canada.
Se qui da noi è arrivato il fresco “artico”, bisogna dire che dall’artico questo “fresco” sia stato cacciato.

Non confondiamo gli eventi “locali” con quelli “globali” … Global Warming significa Risaldamento Globale!
Così come i termini “Cambiamento Climatico” significano un “Cambiamento nel Clima”.
Che differenza c’è tra Meteo e Clima?
La differenza fondamentale tra “meteo” e “clima” riguarda il periodo di osservazione e la scala temporale considerata.
-> Meteo: si riferisce alle condizioni atmosferiche che si verificano in un determinato luogo e in un periodo di tempo relativamente breve, solitamente da poche ore a pochi giorni. Il meteo si occupa di elementi come temperatura, umidità, pressione atmosferica, vento, precipitazioni e altre variabili atmosferiche che possono cambiare rapidamente.
-> Clima: riguarda il comportamento delle condizioni atmosferiche in un’area geografica più ampia e su un periodo di tempo prolungato, generalmente di almeno 30 anni. Il clima tiene conto di medie, variazioni stagionali e tendenze a lungo termine delle variabili meteorologiche. In altre parole, il clima rappresenta il “tempo medio” di un’area in un arco di tempo prolungato.
Per fare un esempio pratico: “oggi fa un bel freschino!”, si tratta di una situazione meteo.
Se, invece, diciamo che la Provincia di Reggio Emilia ha un clima temperato con inverni freddi e estati calde, ci riferiamo a delle caratteristiche climatiche.
In sintesi, il meteo riguarda le condizioni atmosferiche a breve termine in un luogo specifico, mentre il clima si riferisce alle tendenze e agli schemi atmosferici su un periodo di tempo più ampio e in un’area geografica più estesa. A livello globale sul singolo giorno le temperature sono salite di +0,81°C sulla media climatologica e nell’emisfero nord di ben +1,11°C e +1,30°C nella sola regione Artica.

I cambiamenti climatici in atto non cancelleranno mai la possibilità improvvisi momenti di freddo, semplicemente amplificano la possibilità che si propenda sempre più spesso verso eventi improvvisi di gran caldo.
Ma tanto sappiamo che non vi siete fatti trarre in inganno da questo fresco avvio di Agosto 🙂
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Dott. Matteo Benevelli
da Matteo Benevelli | Ago 1, 2023 | Ambiente
Ci siamo lasciati alle spalle il peggior mese di luglio di sempre. A livello globale la situazione è veramente fuori controllo e il bacino Mediterraneo è uno degli “hot-spot” che paga il prezzo maggiore dei cambiamenti climatici in atto. Sapevamo che El Niño quest’anno avrebbe alzato l’asticella dei termometri e che ci avrebbe fatto toccare punte di caldo importante, ma si sperava in qualcosa di meglio. Invece la fatidica soglia dei +1,5°C sul periodo pre-industriale è stato superato pericolosamente.

Secondo il set di dati ERA5, la temperatura media globale dell’aria superficiale media per i primi 23 giorni di luglio 2023 è stata di 16,95°C. Questo è ben al di sopra dei 16,63°C registrati per l’intero mese di luglio 2019, che è attualmente il luglio più caldo e il mese più caldo mai registrato. In questa fase, è praticamente certo che la temperatura media mensile completa per luglio 2023 supererà quella di luglio 2019 di un margine significativo, rendendo luglio 2023 il luglio più caldo e il mese più caldo mai registrato.
Vi abbiamo sempre detto che i “freschi” mesi di maggio e giugno non ci dovevano trarre in inganno, e il mese di Luglio è stato terribile per la nostra Provincia. Non tanto per i picchi di calore toccati, che non sono stati da record, ma per la lunga durata in termini di tempo di queste condizioni di caldo costante. Questo lungo periodo ha surriscaldato in modo preoccupante il mare Mediterraneo ed anche il mare Adriatico. Per le loro modeste profondità, questi lunghi periodi di anticiclone Africano, hanno un impatto devastante facendo progressivamente salire i termometri dell’acqua fin oltre i 30°C rendendo il mare un luogo ostile per gli esseri viventi abituati al nostro ambiente. Specie invasive stanno spopolando e soppiantando quelle autoctone. La Romagna è alle prese con un’invasione di granchi blu (Callinectes sapidus) che stanno rastrellando la nostra Riviera ripulendola da bivalvi, anellidi, avannotti, carogne e piante.

Il grafico ci mostra l’andamento delle temperature marine tra i 60°Nord e i 60°Sud (praticamente la fascia centrale che va da Oslo a Citta del Capo) e si capisce chiaramente la brutta deriva che hanno preso i nostri oceani. Mari caldi significa anche una minor capacità di assorbire l’anidride carbonica, una maggior moria di flora e fauna marina. Ma non solo, più caldo significa anche più vapore acqueo nell’atmosfera, che significa maggior effetto serra, che significa maggior calore nell’aria che significa più probabilità di eventi alluvionali.

E quanto detto in precedenza, infatti, è confermato da questo grafico che ci mostra il comportamento delle temperature a livello globale. I termometri di questo 2023 sono ben più inclementi di quanto lo fossero stati nel 2016, che fu un anno da record negativo per il nostro Pianeta. L’acqua è un pessimo conduttore di calore e per disperdere tutto il caldo immagazzinato durante l’estate impiegherà diverso tempo. Il rischio è che in futuro questo tempo non sia sufficiente e che il mare diventi progressivamente sempre più caldo anno dopo anno.
I ghiacci dell’Antartide stanno raggiungendo la loro massima estensione invernale (nell’emisfero australe ora è inverno), ma ciò nonostante l’estensione far registrare un ammanco di ghiaccio di ben 2,6 milioni di chilometri quadrati! E la causa è da ricercare proprio nel calore delle acque superficiali del mare.
E’ arrivato il momento di agire?
E’ sempre stato il momento di agire, lo era prima e lo è adesso più che mai.
Servirà a qualcosa?
Sicuramente rimanere fermi non ci aiuterà. Per inerzia il nostro Pianeta continuerà ugualmente a riscaldarsi anche se con una bacchetta magica rimuovessimo tutta la CO2 in più presente nell’atmosfera, ma sicuramente ridurremo la distanza che ci separa da quando i valori riprenderanno a scendere.
Dati e grafici:
Unione Europea, dati del Servizio Marino Copernicus
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Dott. Matteo Benevelli
da Matteo Benevelli | Lug 25, 2023 | Ambiente, Meteorologia
I chicchi di grandine hanno forma irregolare a causa del processo di formazione all’interno delle nuvole temporalesche, noto come accrezione.
Quando si sviluppano le tempeste, l’aria calda e umida si innalza verso l’alto nella nuvola, mentre l’aria fredda in alto fa sì che l’umidità si condensi in piccoli cristalli di ghiaccio. Questi cristalli iniziano a cadere verso il basso, spinti dalla gravità, ma lungo la strada incontrano goccioline d’acqua più grandi. Queste goccioline d’acqua, che possono essere sottoraffreddate, si depositano sul cristallo di ghiaccio in caduta, formando uno strato di ghiaccio intorno ad esso.
Il processo di accrezione continua man mano che il chicco di ghiaccio con lo strato di ghiaccio attorno continua a salire e scendere all’interno della nuvola a causa delle correnti d’aria interne. Ad ogni passaggio attraverso la zona di congelamento della nuvola, il chicco di ghiaccio raccoglie nuovi strati di ghiaccio intorno a sé, provenienti dalle goccioline d’acqua ancora presenti.
Poiché il movimento delle goccioline d’acqua e il processo di congelamento e accrezione non avvengono in modo uniforme, i chicchi di grandine assumono forme irregolari e complesse. Ogni chicco di grandine è influenzato da un insieme unico di condizioni atmosferiche e interazioni all’interno della nuvola, che contribuiscono alla sua forma finale.

La grandine può variare notevolmente nelle sue dimensioni e forme, con chicchi che possono essere sferici, oblunghi, irregolari o anche “a spicchio di limone” con scanalature. La varietà delle forme è il risultato dei complessi processi fisici che avvengono all’interno delle tempeste, rendendo ogni chicco di grandine unico.
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Dott. Matteo Benevelli
da Matteo Benevelli | Lug 24, 2023 | Ambiente, Meteorologia
Il bacino del Mediterraneo è sicuramente uno degli “hot-spot” del cambiamento climatico. Le ripercussioni che abbiamo in questa area sono tra le peggiori e amplificate che si possano trovare nel nostro Pianeta. Il fatto che sia un mare quasi chiuso, di poca profondità e circondato da catene montuose altissime, deserti, e pianure lo rende peculiare. Anche la latitudine mezzana lo rende ulteriorimente suscettibile agli sbalzi d’umore stagionali.

Quello che sta avvenendo in questi giorni, poi, non fa che esacerbare alcune criticità come un anomalo surriscaldamento delle sue acque e venti che alimentano devastanti incendi che colpiscono duramente le nazioni che ci si affacciano.
Grande clamore sta riscuotendo quanto sta accadendo in Grecia con giganteschi incendi che hanno messo in pericolo la Città di Atene, ed ora le isole di Rodi e di Corfù.

Oggi però lo scenario viene catturato dalla gigantesca nuvola di fumo che si staglia nel mar Mediterraneo dalle coste dell’Algeria. Fumi che inevitabilmente viaggeranno verso la nostra Penisola nei prossimi giorni. Si parla di più di 97 focolai spuntati in pochissimo tempo per via di incendi boschivi che si propagano sotto la spinta del forte vento che soffia dal deserto verso il mare sotto la spinta dell’Anticiclone Africano. Purtroppo si contano già 15 morti e decine di feriti tra chi cerca di sfuggire al fumo e le fiamme sulla spiaggia di Bejaia. Altri focolai arrivano da Bouira fino a Jijel.

da Matteo Benevelli | Lug 21, 2023 | Ambiente, Meteorologia
Questa frase l’abbiamo sentita diverse volte in questi giorni, giorni in cui le irruzioni atlantiche hanno fatto la loro ricomparsa e le notti si accendono di lampi verso nord.
Ma effettivamente Reggio Emilia resta in ombra nel bene e nel male. Nel bene perché i temporali di questi giorni sono veramente pericolosi, nel male perché un po’ di acqua e di fresco non guasterebbe di certo.Ma perché da noi non piove?
Ovviamente la risposta è molto più complessa di quella che vi stiamo per dare, ma l’importante è capire che non c’è nulla di anomalo e che tutto accade per un motivo.
Abbiamo detto che le correnti d’aria instabile sono in arrivo dall’Atlantico, quindi da ovest, e attraversando la Francia queste correnti si scontrano con le Alpi. Una parte scivola a nord, un’altra parte scivola a sud e una terza parte si accumula incalzata dalla corrente e lentamente trova dei passaggi tra le valli che si gettano nella Pianura Padana. Ogni volta che l’aria fredda e umida valica le catene montuose perde il suo carico di umidità e si getta in una Pianura caldissima e ricca di umidità. L’aria fredda è più densa e corre veloce sul fondo della Pianura sollevando come un badile l’aria calda più leggera verso l’alto innescando la crescita verticale di nubi temporalesche. Più la differenza tra le due correnti d’aria è grande più violenta sarà la reazione.

Perché va tutto verso la Lombardia?
Se pensiamo alla forma della nostra Pianura e osserviamo dove l’Appennino è più basso capiamo subito che l’aria da sud entra dalla Liguria e si getta in Pianura tra Piemonte e piacentino. Altra aria, poi, arriva dai valichi alpini a confine con la Svizzera dove abbiamo dei grandi laghi ricchi di umidità e le risaie vercellesi che richiamano e alimentano i temporali. Da questo incontro di correnti che corrono in Pianura va da sé che la via preferenziale sia quella a nord del Po con la complicità degli altri grandi laghi (Iseo e Garda) che aggiungono nuova umidità e linfa alle celle (se quella presente in Pianura non bastasse).
Sempre verso est?
Si, nel caso di questi giorni abbiamo anche una forte corrente a getto tra i 9.000 e 12.000 metri che soffia con raffiche di oltre 170 Km/h che trascina come un nastro le incudini dei Cumulonembi e asseconda il naturale movimento dei temporali verso oriente. Alle volte dalla valle dell’Adige pochi chilometri a est del lago di Garda arriva dell’aria che devia verso sud-est i temporali (che in questo modo raggiungono Mantova, la bassa modenese/bolognese e il ferrarese).
E Reggio Emilia?
Resta in ombra. Il Crinale è sufficientemente alto per deviare questa instabilità che arriva con l’inclinazione giusta per tenersi alla larga da noi. Ovviamente è una situazione fortuita (visti i danni che questi eventi possono arrecare), le variabili come corrente a getto, Mediterraneo caldissimo, posizione della bassa pressione e tanto altro ancora hanno creato le condizioni adatte. Appena una di queste variabili cambierà anche dal nostro Appennino riuscirà ad entrare aria più minacciosa. Cambiando l’inclinazione dei getti d’aria, le correnti potrebbero infilarsi nelle valli di Enza e Secchia per poi giungere anche la Pedecollinare e Pianura.
Potrebbero esserci dei danni seri?
Il lungo periodo di caldo ha caricato una batteria di energia potenziale molto pericolosa. Una batteria che non si scarica con una o due perturbazioni, tant’è che dopo due giorni di violenti temporali, nel nord, la situazione non migliora. I termometri salgono ugualmente oltre i 33°/34°C di giorno e ciò può innescare forti correnti ascensionali.
In questa prima fase ben venga che i temporali trovino sfogo altrove ed evitino il reggiano altrimenti i danni sarebbero seri. Il fatto che avvengano altrove ci deve aiutare a smaltire un po’ di quell’energia immagazzinata che altrimenti farebbe scintille.

E’ stato fatto tanto allarmismo, perché?
Non è stato fatto allarmismo (o almeno non da tutti), è vero che c’è chi specula sull’ansia dei meteo patici … ma se l’allarme arriva anche da persone più autorevoli e meno commerciali del solito deve suonarci un campanello.
Nessuno mette in dubbio che in passato ci siano stati picchi di calore anche maggiori di quelli registrati nei giorni scorsi, ma nessuno puntava il dito sui “record”, ma sul fatto che per tanti gironi avremmo avuto temperature estreme (superiori ai 35°C) che avrebbero inevitabilmente caricato una batteria di energia importante. Senza contare il fatto che tanti giorni di calore intenso mettono realmente a rischio la salute di tante persone fragili con un vertiginoso aumento della mortalità nelle zone interessate.
Quindi l’allarme è, ed era, più che giustificato e per niente sovrastimato. Ne sono una prova anche le violente grandinate, le tempeste e i tornado visti tra la Lombardia, il Trentino Alto-Adige, il Veneto ed il Friuli.
Non solo la Pianura Padana è caldissima, ma anche il mare Mediterraneo che sta attraversando uno dei suoi momenti peggiori. Un’anomalia termica con punte importanti e ciò si traduce in maggior umidità ed energia in cielo, pronta ad esplodere appena entra dell’aria fresca. Il Mediterraneo stesso, quindi, alimenta quanto sta succedendo sul nostro stivale.

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Dott. Matteo Benevelli