da Matteo Benevelli | Ott 6, 2023 | Meteorologia
🥵Caldo Week-end 🥵
Se pensate che questi giorni siano eccessivamente caldi per il mese di Ottobre, aspettate la giornata di domenica.
Oggi sarà l’ultima giornata di velature e foschie che limitano l’arroganza del Sole, da domani la nostra Stella sarà libera di irraggiare il reggiano con temperature che si porteranno attorno ai 27°/28°C.
Ma è domenica che toccheremo il picco di calore con punte che in Pianura ed in Città minacciano di superare i 30°C in diverse stazioni.
La colpa è da ricercare nell’anticiclone che salirà alto sullo stretto della Manica tra Francia e Regno Unito. Questo promontorio farà scendere verso il centro Europa una corrente d’aria che si sconterà frontalmente con le Alpi.

L’evoluzione ve l’abbiamo raccontata già diverse volte, ma un ripasso va sempre bene.
Quando una corrente d’aria incontra una catena montuosa molto alta può prendere solo due vie: aggirarla o scavalcarla.
Una buona fetta di questa corrente verrà deviata verso est scivolando verso i Balcani. Sarà un’aria fredda e secca che farà crollare i termometri su Germania, Austria, Polonia, Ungheria, … ecc.
Ma una parte riuscirà ad attraversare i passi di Montagna e a gettarsi in Pianura. Come sempre la porta più grande si aprirà alle spalle di Milano, nella zona dei grandi laghi, dove le Alpi sono più “permeabili” alle correnti in arrivo da nord.
Queste correnti cadranno dalle vette alpine direttamente nel bacino padano, con un vento secco e caldo.

Avete già capito che siamo parlando del vento di Foehn (o Favonio), che asciuga l’aria e fa schizzare i termometri verso l’alto di 1°C ogni 100 metri di caduta verticale.
Per tale ragione, domenica 08, avremo delle temperature anomale di notevole importanza e sensibilmente sopra la media del periodo.
E’ qualcosa di anomalo?
No, il vento di Foehn è un evento del tutto naturale. Anomalo è il gran caldo di questi giorni e il perdurare prolungato di questa alta pressione che non permette all’autunno di comportarsi da tale.
Il vento caldo in sé rispetta le leggi della fisica.
Il vento sarà intenso?
No, nel nostro territorio soffierà a regime di “brezza gentile”, per usare un termine meteorologico.
Quanto durerà?
Giusto una giornata intera poi l’inclinazione delle correnti d’aria cambierà.
Quando arriverà l’autunno?
Purtroppo non se ne parlerà fino a metà mese. Secondo alcuni modelli previsionali potrebbe cambiare qualcosa dal 15 in poi con un po’ di pioggia e un calo termico non irresistibile (se confermato). Fino ad allora avremo cielo sereno, temperature molto calde e nessuna goccia di pioggia.
Come va con la siccità?
Siamo all’inizio della “stagione delle piogge” e fino a metà mese faremo registrare un bello “0” netto. Per poter dire che la situazione è discreta necessiteremmo di 100 mm di pioggia ad andare a fine mese. Per il momento stiamo ancora vivendo di rendita delle piogge esagerate di inizio maggio che hanno compensato una primavera/inverno scorsi decisamente magri.
Riassumendo, dobbiamo portare ancora pazienza nell’attesa che questa ottobrata ci abbandoni. Il vento caldo di domenica, se non altro, sarà di grande aiuto nel pulire la pesantissima cappa di inquinamento che si è depositata giorno dopo giorno.
Il problema è che, questa, potrebbe ripresentarsi progressivamente nel corso della prossima settimana visto il dominio di alta pressione.
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Dott. Matteo Benevelli
da Matteo Benevelli | Set 28, 2023 | Meteorologia
🌍 Ma questo caldo quanto dura? 🌡
E’ la domanda che ormai tanti di voi ci stanno ponendo da giorni… ma per quanto ancora ci porteremo a dietro questo caldo estivo?
La risposta non è semplice e non lo è perché un vero e proprio termine non c’è. Su tanti media si era letto a gran titoloni che l’Estate sarebbe finita definitivamente con l’arrivo del ciclone Elias, ma è stato troppo prematuro e quei titoli si sono rivelati “ancora una volta” degli acchiappa like e nient’altro.
Mai dare per sconfitto il caldo estivo solo per l’arrivo di una perturbazione. Quest’anno abbiamo anche “El Nino” che detta legge su una buona fetta del globo e il Canada brucia ancora ininterrottamente da Aprile. Anche la neve sulle Alpi faceva notizia (come se la neve sulle Alpi a fine settembre fosse un evento eccezionale), ma nei prossimi giorni c’è da scommetterci che verranno abbattuti dei nuovi record negativi in alta quota per il mese di ottobre.

Fino ad almeno il 4 di Ottobre saremo in balìa di flussi d’aria calda di matrice africana che saliranno dalle coste dell’Algeria e Marocco verso Spagna e Francia. Purtroppo il nord-Italia non sarà più di tanto ai margini di questo attacco. Per un po’ ci è andata bene con i flussi d’aria freschi in arrivo dall’est Europa grazie all’Anticiclone delle Azzorre, ma nel fine settimana e primi giorni della prossima settimana il flusso caldo farà sul serio anche da noi. Facilmente toccheremo la soglia dei 30°C in Pianura con qualche puntina poco sopra. Valori non eccezionali se fossimo in Agosto, ma terribili per Ottobre.
Passato il 4 di Ottobre (se i modelli resteranno in linea con quelli attuali), potrebbe arrivare un po’ di fresco, ma ci dovremmo mantenere ugualmente poco sopra la media del periodo e con scarse piogge.
Insomma… per farla breve: è ancora presto per le caldarroste, meglio aspettare che si raffreddino.
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utuDott. Matteo Benevelli
da Matteo Benevelli | Set 23, 2023 | Meteorologia
🧑🏫 Perchè la pioggia arriva da oriente? 👨🏫
Effettivamente non eravamo più abituati a vedere la pioggia arrivare da quella zona dell’Appennino. Ma non è certamente qualcosa di strano.
Anche in questa occasione la colpa è da cercare nel nostro Crinale e più in generale nell’alto tratto di Montagne che va dal Cimone a confine tra appennino parmense e piacentino.
Il vortice di bassa pressione che si è formato nel mar di Liguria spinge flussi di aria umida e instabile contro il l’Appennino tosco-emiliano e come spesso capita non riesce a superarlo.
– Il primo varco lo trova nelle piccole valli che scendono dal passo delle Radici, il passo del Cerreto (motivo delle prime piogge sulla zona di Canossa/Casina).
– Il secondo varco lo abbiamo aggirando il Cimone dalle parti dell’Abetone e successivamente da Porretta Terme nel bolognese.
Il vortice di bassa pressione innesca un moto rotatorio antiorario, che richiama dalla Pianura aria attraverso i passi occidentali dell’Appennino tra Piacentino, Piemonte e Liguria.

Questo è il motivo per cui i temporali si muovono da est verso ovest.
Anche le temperature stanno risentendo dell’ingresso di queste correnti d’aria da dietro l’Appennino e la conferma arriva dalle stazioni meteo:

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Dott. Matteo Benevelli
da Matteo Benevelli | Set 21, 2023 | Meteorologia
Il tramonto di martedì sera è stato impreziosito da diverse cose particolari che riguardavano il nostro cielo. Abbiamo parlato della Luna cinerea, ma dalla parte opposta avevamo un meraviglioso Cumulonimbus calvus che si sviluppava lungo la via Emilia tra Modena e Bologna e veniva illuminato dagli ultimi raggi solari di un rosso intenso.
Non solo, questa nuvola presentava un accessorio in più, un meraviglioso “Pileus”.

Un “cumulonimbus calvus con pileus” è una nube convettiva molto sviluppata e ben riconoscibile che fa parte della famiglia delle cumulonimbus. Queste nubi sono associate a tempeste e a fenomeni meteorologici intensi. Vediamo cosa significa ciascun termine scomponendone il nome:
– Cumulonimbus: È una nube convettiva ad altissima estensione, spesso con una forma a torre o a fungo. Queste nubi portano generalmente a temporali intensi e possono essere associate a precipitazioni intense, fulmini, grandine, e persino tornado.
– Calvus: Questo termine deriva dal latino e significa “calvo” o “senza cappuccio”. Nelle nubi, “calvus” è utilizzato per descrivere una fase di sviluppo intermedio del cumulonimbus, in cui la sommità della nube inizia a perdere la forma arrotondata e a mostrare una parte piatta o appiattita.
– Pileus: Il “pileus” è un termine latino che significa “cappello”. Nel contesto delle nubi, il pileus è una caratteristica interessante. Si tratta di un piccolo cappuccio o cappello di nubi piatte, a forma di disco, che si forma sulla cima di una nube in crescita molto rapida, come il cumulonimbus. Il pileus indica una rapida crescita verticale della nube e spesso precede la formazione di un cumulonimbus completamente sviluppato.
In sintesi, un “cumulonimbus calvus con pileus” è una nube cumulonimbus che sta passando dalla fase di sviluppo iniziale (calvus) a una fase più matura e che presenta un cappuccio di nubi piatte sulla sua cima. Queste nubi sono spesso associate a tempeste in via di sviluppo e possono indicare un’atmosfera instabile e la potenziale formazione di fenomeni meteorologici intensi.
Fortunatamente con l’arrivo del buio l’energia in gioco è calata e il nostro Calvus ha seguito l’evoluzione inversa: Cumulus congestus, Cumulus mediocris, Cumulus humilis, Cumulus fractuse ………. caro il mio Cumulonimbus che volevi portare danni e tempesta… (per proseguire in latino) “memento mori” e si è estinto.
Ringraziamo il nostro utente: Luciano Lucio Russo di Talada Meteo (www.taladameteo.altervista.org) per le belle immagini che ritraggono la nube in quesitone in fase di sviluppo alle spalle della Pietra di Bismantova. La nube si trovava 60 Km oltre la Pietra.

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Dott. Matteo Benevelli
da Matteo Benevelli | Set 12, 2023 | Ambiente, Meteorologia
🌍 Dal Mondo … 🌊
Si sta estinguendo sul delta del Nilo in Egitto il terribile ciclone Daniel.
Stiamo parlando di un ciclone di cui vi scriviamo dal pomeriggio del 4 settembre, momento in cui ha preso forma dal canale del Bosforo gettandosi contro la Grecia e seminando morte e distruzione sulla Tessaglia. Ma alluvioni hanno interessato anche il resto della Grecia, parte della Bulgaria e della Turchia.
Il peggio, però, doveva ancora arrivare.
Il 10 di settembre, infatti, il ciclone Daniel era ancora in grande forma. E’ stata fino a quel momento la “bolla di bassa pressione” orientale di quel blocco ad Omega che ha rigettato l’Europa in una piena estate africana settembrina per diversi giorni.
Nelle prime ore della notte del 10 il ciclone ha toccato la terra ferma nella regione libica della Cirenaica nei pressi di Bengasi.
Fortissime piogge che sono cadute per 24 ore a regimi importantissimi, con la compagnia di forti raffiche di vento da occidente.
Questo ingente quantitativo di acqua piovana ha causato il cedimento di due bacini artificiali e il rigonfiamento dei fiumi che hanno invaso le Città e spazzato via abitazioni, strade e ponti.

La Città più colpita è quella di Derna che secondo una stima potrebbe raggiungere i 10.000 morti.
Lo andiamo dicendo da anni e soprattutto in questo ultimo periodo stiamo puntando sempre più il dito sul nostro mare Mediterraneo, che è diventato sempre più conclamatamente il maggior “hot-spot” del cambiamento climatico.
Si tratta di un bacino d’acqua relativamente basso, che si scalda con grande rapidità e con il suo vapore è in grado di alimentare tempeste di notevole intensità.
Non stiamo parlando dei tanto decantati “Medicane”, perché Daniel non era uno di essi, Daniel è stato un ordinario ciclone con venti forti, ma non da classificarlo come tempesta tropicale. Tuttavia, sempre più spesso, assistiamo al fatto che bastano eventi di modesta estensione per causare migliaia di vittime.
Era prevedibile?
Si sapeva già con giorni d’anticipo quale sarebbe stato il suo possibile percorso. Noi stessi vi avevamo parlato nei nostri bollettini del fatto che si sarebbe mosso verso la Libia e l’Egitto. Ma non si può sapere con esattezza come reagirà il territorio all’arrivo di quantitativi di pioggia così importanti.
Quello che è accaduto è l’ennesimo segnale che questo 2023 per il bacino del Mediterraneo rappresenta un campanello d’allarme che non si può più ignorare.
Alluvione nelle Marche
Alluvione in Emilia-Romagna
Alluvioni in Spagna
Alluvione in Grecia
Alluvione in Libria
Incendi in Grecia
Incendi in Sicilia
Incendi in Spagna
Incendi in Algeria
Ondata di calore a Luglio
Ondata di calore ad Agosto
Ondata di calore a Settembre
Temperature record sulle Alpi a Settembre
Grandinate devastanti in Lombardia
Grandinate devastanti in Veneto
Trombe d’aria e Trombe marine per tutta l’estate
…. e l’elenco di ciò che non è andato da maggio in poi è ancora lungo. Nascondere la testa sotto terra non è la soluzione.
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Dott. Matteo Benevelli
da Matteo Benevelli | Set 11, 2023 | Ambiente, Meteorologia
Solo pochi giorni fa vi abbiamo parlato del Monte Rosa e di come sia ben visibile dal nostro territorio quando l’aria della Pianura Padana è particolarmente pulita e asciutta.
Vi abbiamo mostrato anche i suoi ghiacciai nord-orientali che puntano verso la nostra direzione e di come siano belli e riconoscibili. Tuttavia sono le prime vittime del grande caldo e questo mese di settembre sgretola un’altro record negativo di questa terribile estate 2023, con ben 4 giorni e 17 ore senza rigelo, ovvero, senza cioè che la temperatura minima tornasse a zero gradi o al di sotto, ai 4.554 metri della stazione meteo del rifugio di Capanna Margherita.

E i primi a farne le spese sono i ghiacciai delle Alpi che nemmeno durante la notte trovano pace, una condizione che non ha eguali nel tempo.
Era dall’agosto del 1958 che la minima non scendeva sotto lo zero, in più, la minima di 0,8 °C registrata mercoledì 6 settembre è stata la più alta mai rilevata.
Nei giorni scorsi, invece, il termometro è rimasto sempre in campo positivo, a partire dalle 4 del 4 settembre fino alle 19:30 dell’8 settembre, per via dell’anticiclone delle Azzorre ristagnante nel cuore dell’Europa in un “blocco a omega” che ha richiamato aria calda dal nord-Africa.
Ma il fatto eccezionale è che questi record non riguardano i mesi di settembre nello storico, ma di sempre analizzando tutti i mesi dell’anno!
Non parliamo, poi, delle temperature massime che sabato 9 settembre hanno raggiunto i 10°C netti ed il record precedente risaliva al 27 giugno 2019 con 10,1°C.
I cambiamenti climatici, mai come quest’anno, stanno spaventando la comunità scientifica per la progressione fatta registrare e l’effetto domino che questo sistema sta significando per il nostro Pianeta. Un effetto domino di cui ancora non si conoscono tutte le tessere.
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Dott. Matteo Benevelli